Madonna del pergolato, l’imprevisto capolavoro del Boccati

DI VANNI CAPOCCIA

 

Giovanni Boccati, artista camerte giramondo, nel 1445 ottenne la cittadinanza perugina per essere “in arte pictoria expertissimus”.

Tra le opere più significative della Galleria Nazionale dell’Umbria c’è la sua “Madonna del pergolato” dipinta a Perugia (terminata nel 1446, firmata nel ’47) è il suo primo lavoro conosciuto e tra le sue prove più convincenti.

Vi si percepisce l’influenza del Beato Angelico e, soprattutto, di Domenico Veneziano ed è così libera da influenze tardogotiche da far pensare che Boccati sia arrivato a Perugia dopo essere stato a Firenze, Padova e Venezia.

La modernissima forma rinascimentale fiorentina con le figure disposte in uno spazio unitario e reale piombò imprevista a Perugia ed è il probabile motivo per il quale messer Agnolo “non la volse”, astutamente i domenicani gli subentrarono chiedendo di aggiungere san Domenico, san Francesco e i confrati.

All’interno di uno spazio teatrale definito dal pergolato i personaggi sottostanno all’abile regia di Boccati: Gli angelici putti del coro “colti dal vero, analizzati nella loro più intima autenticità” (Pietro Zampetti) cantano composti in scranni che sembrano banchi di scuola.

La Madonna dolce e distaccata sembra sollevare la mano del Bambino per farla baciare dall’ermellino che al cambio di stagione muta la pelliccia da marrone a bianca e per questo simbolo di purezza come puro risorgerà il figlio di Maria; i santi Ambrogio, Girolamo, Gregorio e Agostino solenni.

E se in alto la musica avvolge, l’atmosfera è incantata e contemplativa dalle storie della Passione nella predella salgono lo scalpiccio dei cavalli, le urla della soldataglia, la concitazione del calvario e il rumore della città con la sua vita quotidiana, le voci del porto, le navi che arrivano e partono.

Boccati per raccontare la Passione di Gesù ha utilizzato il variare dei colori al variare delle ore del giorno così i primi raggi di sole rompono il buio della notte per la Cattura di Cristo, nell’Ascesa al Calvario il cielo luminoso si fonde nel mare, nella Crocefissione un fosco cielo serale incombe sugli aguzzini e sul dolore di Maria.

Giovanni Boccati da luminose tenerezze passa a violenze improvvise. Artista dagli umori incostanti attende uno studio approfondito che entri criticamente, e quindi storicamente, nel suo mondo.

Al termine del quale Perugia, che custodisce suoi capolavori, sarà la giusta sede per una mostra scientifica sintesi dello studio accurato del suo percorso artistico, degli incontri avuti, degli artisti camerti suoi compagni di viaggio.

 

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