Måneskin, let’s rock!

DI GINO MORABITO

Con quella voglia di spaccare il mondo con la musica, trovano una nuova connotazione sonora per esprimere il loro messaggio: la libertà dalle sovrastrutture e dai filtri inutili, unita al desiderio di essere autentici. Vincitori indiscussi dell’Eurovision Song Contest 2021, sfidano i pregiudizi e i cliché consacrandosi band rock. Sarà difficile da ora in poi far stare zitti e buoni i Måneskin.

Ancora increduli i Måneskin annunciano la loro prima tournée mondiale, con ben quarantotto concerti fra Nord America ed Europa. Il tour, prodotto e distribuito da Vivo Concerti, partirà il 31 ottobre 2022 da Seattle. Da lì suoneranno in sedici città degli Stati Uniti – tra cui New York, San Francisco, Las Vegas, Washington e Canada – prima di intraprendere gli show europei riprogrammati per il 2023 e ai quali si sono aggiunte nuove date, includendo venue iconiche come la O2 Arena di Londra, la Accor Arena di Parigi e la Mercedes Benz Arena di Berlino.

La rivoluzione è in atto.

«Siamo fieri di essere riusciti a dimostrare che, se si crede veramente in ciò che si fa, se si è genuini e trasparenti, alla fine i risultati arrivano e ripagano di tutti gli sforzi fatti.»

L’identità musicale della band, la loro verità.

«Attraverso la musica che facciamo vogliamo esprimere la nostra dichiarazione d’intenti: siamo una band che ha studiato per riuscire ad avere un sound e un’identità riconoscibili. Una volta arrivati alla maturazione, alla creazione di questa identità, ci sentiamo di affermare che noi siamo questi, questo è il nostro progetto, la nostra musica… e nessuno potrà farci deviare dal percorso che abbiamo intrapreso.»

La voglia di non porsi limiti nella musica, così come nella vita.

«La nostra vita, in un certo senso, è la nostra musica. La viviamo in maniera spontanea, andando diretti verso gli obiettivi che ci siamo prefissati di raggiungere. Dallo stile personale all’abbigliamento, cerchiamo di vivere fregandocene dei pregiudizi e delle critiche.»

Con rabbia e determinazione, la volontà di ricercare un contrasto.

«Non si tratta di una rabbia distruttiva nei confronti di qualcuno, ma costruttiva; una rabbia dalla quale nasce qualcosa di positivo. La possiamo definire una rabbia catartica, che spinge alla rivoluzione.»

Un’onda d’urto che investe e conquista anche il rocker di Zocca definendoli: “I miei preferiti”. Una consacrazione mediatica arrivata da sua maestà il Kom.

«Siamo onorati, è un riconoscimento importantissimo! Se Vasco tifa per noi, siamo consacrati come band rock.»

Best New Alternative Artist agli iHeartRadio Music Awards di Los Angeles, i Måneskin si sono esibiti al fianco di artisti del calibro di John Legend, Megan Thee Stallion, LL Cool J, Jennifer Lopez, Jason Aledan, Charlie Puth, aprendo lo scorso novembre il concerto dei mitici Stones a Las Vegas.

«Che fine hanno fatto tutti quelli che dicevano che saremmo durati quattro giorni dopo X Factor?»

Dalla finale di un talent alla conquista del mondo, la dimensione familiare di una band.

«Come in tutte le famiglie, ci sono stati momenti di alti e bassi. Ma, per quanto riguarda la musica, i nostri genitori ci hanno sempre spinto, aiutato, sostenuto. Siamo cresciuti a pane e rock.»

Le dinamiche interpersonali di gruppo con una netta distinzione dei ruoli.

«Victoria è quella più “sul pezzo” – racconta Damiano – e anche a livello logistico è decisamente più brava di noi; Thomas risolleva gli animi, un po’ casinista, pieno di positività; Ethan è il maestrino di turno: quando c’è un problema su un brano, lui lo scompone in battute e ti dice perfettamente sul pentagramma dove sei e cosa devi fare. Ed io metto benzina (sorride).»

Irriverenti, iconici, veri. Si riscoprono musicisti con un potenziale in atto e puro talento da mettere a frutto, consapevoli della propria riconoscibilità.

«Spenti i riflettori, li accendiamo in sala prove, dove ci vediamo solo noi. Scriviamo la nostra musica e cerchiamo di maturare, di solidificare quell’identità e quel sound che poi proponiamo al pubblico. Un pubblico composto prevalentemente di ragazzi della nostra età, a cui piace ciò che facciamo e soprattutto il modo in cui lo esprimiamo. La sincerità, nella vita come nella musica, paga.»

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