Manram: il velo spezzato

DI DANTE IAGROSSI

Fin da ragazza, ha cercato di svincolarsi da certe prescrizioni e regole ataviche, anche col rossetto sulle labbra, le minigonne e il modo di vestirsi occidentale.

Per Maram Al-Masri, siriana, nata nel 1962, pure il matrimonio è stato doloroso, concluso col divorzio e il divieto di vedere il figlio, per circa tredici anni.

Queste vicende e gli atteggiamenti ribelli le sono costati addirittura la fuga all’estero, con la permanenza a Parigi. A ciò si aggiunge il fatto che la Siria è da anni martoriata da una guerra logorante e distruttiva.

Ha pubblicato finora varie raccolte poetiche, con un buon successo di critica e di vendite, oltre alla vittoria in diversi concorsi letterari: “Lontananza”, “La donnna con la valigia rossa”, “Arriva nuda la libertà”, “Ti minaccio con una colomba bianca”, “Ciliegia rossa su piastrelle bianche”, “Ti guardo”, “Anime scalze”.

Bella e appassionata, nei suoi versi, semplici e diretti, quasi ingenui, sono ricorrenti alcuni sentimenti e tematiche particolari.

CONDIZIONE FEMMINILE
“Le donne come me/ non sanno parlare/ le parole rimangono in gola/ come una lisca/ che preferiscono inghiottire./ Le donne come me/ sanno solo piangere/ a lacrime restie/ che improvvisamente sgorgano/ come una vena tagliata./ Le donne come me/ sopportano gli schiaffi,/ senza osare renderli./ Tremano di rabbia/ e la reprimono./ Come leoni in gabbia,/ le donne come me/ sognano la libertà.

AMORE e SENSUALITA’
“Lo voglio,/ caldo/ e profondo/ che mi dia vertigine;/ altrimenti non ti avvicinare./ Che parta/ dal mignolo della mia mano,/ per finire alla punta dei miei piedi,/ passando/ per i miei monti,/ le mie valli e le mie gole/ e catturi/ la mia anima.” (L’Amore)
“Cosa sento?/ Una rosa che si schiude/ e un destriero che nitrisce./ Cosa vedo?/ Nuvole/ che mi infiammano il grembo/ e una pioggia torrenziale…”

ABBANDONO
“Ogni volta che un uomo/ mi abbandona/ divento più bella.”

VIOLENZA
“…Con una sola mano mi bloccò/ tra la porta e il muro,/ le spalle schiacciate/ il corpo compresso./ Lo supplicavo di non picchiarmi./ Quel giorno in casa/ non c’era nessuno/ se non la violenza,/ la paura/ e la morte/ che fa la ronda”.
“…Io sono il silenzio,/ rabbia,/ pietà,/ tristezza, per l’uomo che mi ha violentato”.

RIBELLIONE
“…Non verrà, le ho detto/ -esci, Penelope/ soffri, ama, canta, danza, saziati,/ i tuoi seni si svuoteranno/ sui tuoi capelli cadrà la neve/ le tue acque si prosciugheranno…-/ Ma lei ha continuato./ Sorda ai richiami della vita, prigioniera del mito”.

ATTACCAMENTO ALLA PROPRIA NAZIONE
“La Siria per me/ è una ferita sanguinante/ è mia madre sul letto di morte/ è la mia infanzia sgozzata/ è incubo e speranza/ è inquietudine e presa di coscienza./ La Siria per me/ è un’orfana abbandonata./ E’ una donna violentata tutte le notti da un vecchio mostro/ violata/ imprigionata/ costretta a sposarsi./ La Siria per me è l’umanità afflitta/ è una bella donna che canta l’inno della Libertà/ ma le tagliano la gola./ E’ l’arcobaleno del popolo che si staglierà dopo i fulmini/ e le tempeste.”

SPERANZA DI LIBERTA’
“Arriva nuda la libertà,/ sulle montagne siriane/ nei campi dei rifugiati./ I piedi affondati nel fango/ le mani screpolate per il freddo e la sofferenza./ Lei avanza./ Passa/ e aggrappati alle sue braccia i suoi figli/ che cadono lungo il cammino./ Piange/ ma va avanti./ Le stroncano i piedi/ e lei avanza:/ Le tagliano la gola/ e lei continua a cantare.”

FUNZIONE DELLA POESIA
La donna che guarda dalla finestra/ vorrebbe avere delle lunghe braccia/ per prendere il mondo/ il suo Nord e il suo Sud/ il suo Est e il suo Ovest/ nel suo grembo/ come una tenera madre/ vorrebbe avere grandi mani/ per carezzare i suoi capelli/ scrivere delle poesie/ per alleviare la sua pena.

EREDITA’ SPIRITUALE
“Ho lasciato in eredità ai miei figli/ una madre che sogna/ balla/ sorride/ una madre che piange/ ama/ una madre che non ha denaro/ e non rammenda le calze/ una madre che scrive poesie/ in una lingua che non capiscono.”

foto da Pinterest

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