Mantenere viva la memoria perché ciò non accada mai più

di Nicola Fratoianni

«C’è stato un tempo in cui nelle scuole dell’allora Regno d’Italia durante la dittatura fascista l’ispettore della Razza si presentava nelle aule delle nostre scuole a parlare di sangue infetto, a parlare di razza superiore, a parlare di un’immagine di mondo perfetto dal quale alcuni, tanti cittadini italiani – che erano stati a pieno diritto cittadini italiani fino a quel momento – avrebbero dovuto essere esclusi per sempre e fino alla morte. Un giorno della memoria, per ricordare che cosa è accaduto in quegli anni, a chi è accaduto, quali italiani hanno partecipato a quel progetto mostruoso e folle, quali italiani si sono associati e appassionatamente opposti. Noi siamo cittadini di un Paese nel quale troppi ragazzi non sanno, troppi giovani non hanno avuto occasione di voltarsi indietro e troppi adulti fanno finta che non sia successo niente».

Sono le parole di Furio Colombo, ispiratore della legge che ha istituito in Italia il Giorno della Memoria, pronunciate 21 anni fa a Montecitorio.
I fantasmi dell’orrore del nazismo e del fascismo di allora sono quanto mai vivi nell’Italia e nell’Europa di oggi e cercano in tutti i modi di riprendersi spazi ed agibilità.
Ecco perché abbiamo il dovere e l’impegno di non dimenticare e di affrontare con coraggio non solo ciò che è accaduto nel nostro Paese, ma anche le menzogne di chi oggi cerca di riabilitare quelle follie del fascismo e del nazismo.
*Immagine pixabay

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