Marco Lodola, eclettico dell’arte

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Marco Lodola, uno degli artisti italiani più conosciuti ed influenti, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze e Milano – la sua tesi ha per argomento i Fauves, da sempre suo punto di riferimento – fonda, con un gruppo di altri artisti, intorno alla metà degli anni Ottanta, il movimento del Nuovo Futurismo, teorizzato dal critico d’arte Renato Barilli.

Incentrato su di una nuova rilettura dell’omonima avanguardia storica, per quanto rielaborata attraverso una innovativa, pressante modernità, non disdegna insolite forme d’arte incentrate su canoni suggestivi, mai visti prima.

L’audace commistione tra attualità e cultura pop si mostra attraverso lo psichedelico sguardo di una sorta di nitido puzzle, i cui pezzi si combinano e combaciano destrutturando immagini e formando oggetti, cui tutto sommato anche la relegazione ad una unica disciplina rischia di stare stretta.

Ed è così che le opere di Marco Lodola escono, affiancano e occupano: colonizzano spettacoli e accendono manifestazioni – la nascita delle sculture luminose, in plexiglas, animate da tubi luminosi in grado di conferirgli una anelata, carica luminosità – secondo gli acrilici cromatismi di una tecnica diversa e molto personale, diretta e senza compromessi.

Letteratura, cinema, musica: nulla è off limits o irraggiungibile, ma qualunque ambito finisce per rappresentare solo lo sprone ad un inaspettato traguardo; compaiono scenografie – Miss Italia 2000 – ed allestimenti per concerti ed eventi – le sue immagini luminose accompagnano lo spettacolo di Renato Zero al Circo Massimo e celebrano il comico Giovanni Vernia nei panni di Johnny Groove, quest’ultimo rappresentato in una singolare stella, adatta ad una ipotetica, allucinogena Hall of Fame.

Richiesto da stilisti del calibro di Vivienne Westwood, iconica e rivoluzionaria designer legata a successi mediatici e trasgressivi come quello dei Sex Pistols, la quale ne richiede la collaborazione in occasione della Milano Fashion Week 2011, non disdegna iniziative commerciali e pubblicitarie – figura tra gli artisti scelti da Illy Caffè per la collezione Tazzine d’autore – talvolta anche a scopo benefico.

Da sempre appassionato di musica – l’artista lombardo, il quale non ha mai fatto mistero di una passione per una carriera musicale mai, effettivamente, realizzata, eppure sempre presente nei suoi latenti, reconditi, desideri, ha disegnato anche copertine di dischi – splendide ed incredibilmente popolari quelle degli album degli 883, suoi concittadini – tra cui quelle dei cantanti Gianluca Grignani, Ron e Timoria.

La sua eclettica indole ha riguardato teatro e trasmissioni televisive, oltre ad aver animato vicoli e strade di svariate città, mentre per anni ha realizzato le copertine dei libri dello scrittore Marco Lodola.

Attualmente diverse sue sculture sono collocate presso le piazze di importanti città italiane, oltre ad aver firmato l’opera d’arte scelta per la prima edizione del premio San Martino d’Oro – Città di Riccione.

Un Bernhard Willhelm al neon: Arlecchino senza padroni, ironicamente colorato, suggestivamente rappresentativo…

Nelle parole di Vittorio Sgarbi: ‘Lodola rappresenta il simbolo dell’arte italiana, trasfigurata, plasmata secondo la cultura del nostro tempo, inevitabilmente legata al mondo mediatico e maledettamente pop’

Immagine: Premio San Martino d’Oro – Città di Riccione
Fotografia di Daniele Casalboni – Immagine: web

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