Mario Draghi e la missione (quasi) impossibile

di Emilia Urso Anfuso

Mario Draghi ci fa respirare un poco di rinnovata dignità nazionale, oltre al fatto che al solo nominare il suo nome il primo effetto positivo è stato quello di veder precipitare lo spread: i mercati finanziari, ovviamente, apprezzano.

A parte queste considerazioni, in molti in queste ore mi chiedono: cosa ne pensa di Draghi al governo? Ci farà uscire dalle criticità?

Non è questa la domanda da porsi, bensì un’altra.

Potrà un grande economista come Draghi, contrastare le inevitabili misure oltremodo “lacrime e sangue” rese obbligatorie dal troppo alimentare il già mostruoso debito pubblico, dalla mala gestione della cosa pubblica, ma anche dell’emergenza sanitaria – Domenico Arcuri docet… – e da una serie di criteri negativi che, da troppi anni, hanno fatto calare drammaticamente la credibilità di questo paese agli occhi degli investitori e dei governi del resto del mondo?

Se, come immagino, malgrado le alte capacità e competenze di Mario Draghi, personaggio che stimo, gli italiani si ritroveranno a pagare un prezzo altissimo a breve e medio termine, non prendetevela con lui o con i ministri nominati nei vari dicasteri, che saranno migliori dei molti improvvisati arrivati dalla società civile.

Sarà semmai colpa di decenni di superficiale, quanto paradossale, gestione delle risorse pubbliche, e di una tendenza – anche da parte della popolazione – a non guardare mai al domani e al benessere della collettività, quanto all’oggi e a se stessi.

Un giorno, forse, in molti rimpiangeranno persino le misure “lacrime e sangue” arrivate con il governo Monti. Anch’esso un governo tecnico obbligatoriamente asceso per tamponare le falle di un sistema tradizionalmente dissennato.

da GliScomunicati.it

*Immagine tratta dal web

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