Massimo Ammaniti “Il mestiere più difficile del mondo”. Lettura che aiuta a svolgere meglio l’arduo compito del genitore

DI FRANCO FRONZOLI

Questo libro di Massimo Ammaniti con Paolo conti, parte da una considerazione di Sigmund Freud , in cui, afferma che fare i genitori è difficile, o addirittura “ impossibile “ .

È sicuramente difficile se pensiamo che consciamente o inconsciamente vorremmo che i figli ci assomigliassero.

Potrà sembrare un paradosso, ma si vorrebbe “ costruire “ il figlio/a “ come un puzzle, mentre li si dovrebbe preparare e fertilizzare il terreno in cui cresceranno, amandoli,  proteggendoli, curandoli.

È indubbio, come spiega questo libro, le famiglie in questi ultimi anni sono cambiate, come sono cambiati i padri e le madri.

Le famiglie non sono più come un secolo fa, si sono ristrette, nascono sempre meno figli, ed i genitori, nella maggior parte dei casi, hanno superato i trent’anni.

I figli ancora non adulti, sono immersi nella vita dei genitori, vanno con loro in pizzeria, in viaggio, condividono le loro conversazioni ma anche i loro litigi.

Sono praticamente espulsi dal loro mondo adolescenziale vivendo in una dimensione diversa nella quale  sfumano i confini generazionali.

Sono i genitori  deputati a trasmettere ai figli i codici delle interazioni e delle comunicazioni affettive, in modo da consentire loro di affrontare al meglio  le tappe successive dell’infanzia, dell’ adolescenza e con  la dovuta calma, ad entrare nel mondo degli adulti.

Fare il genitore non è una professione e neppure un mestiere, si tratta più che altro di una missione.

Non ci si può sostituire al figli e tantomeno spianare loro la strada  affinché non inciampino in errori.

I genitori devono accettare i propri limiti essere consapevoli di questa situazione anche se non è facile.

Ci deve essere un’ampia visione sui diritti dei bambini  in modo tale che la comunità possa sostenere la crescita e lo sviluppo sociale.

La scuola è fondamentale ed i ragazzi vanno incentivati, supportati, seguiti, guidati verso un corretto apprendimento.

La cultura è fondamentale.

In un rapporto istat del 2017 riferito all’anno precedente, si evince che le famiglie con figli sono il 34% , in pratica nascono molto meno bambini.

Le famiglie senza figli sono il 20,5%.

È diventata  un caso eccezionale una famiglia composta da 6 o più persone , che dal 2,7% del 1993 , è sceso al 2,4% nel 2016 .

I genitori si vengono a trovare in una condizione diversa: l’avanzare dell’età viene visto come un problema.

Ci si trova a voler rimanere giovani a tutti i costi  fugando quello che è l’incubo dell’invecchiamento.

Lo spiega molto bene Christopher Lasch nel suo libro “ La cultura del narcisismo “ .

La famiglia un tempo garantiva la cura dei figli, li sosteneva progressivamente verso l’ingresso nella società adulta, aiutandoli ad acquisire i codici sociali.

Oggi ognuno segue un itinerario personale, i propri desideri e le proprie aspirazioni, e così si smarrisce la famiglia, la sua funzione di luogo dell’educazione dei figli, che li conduce prima nella scuola e poi nella società organizzata.

Ne ha parlato anche Papa Francesco qualche tempo fa  nella sua esortazione apostolica “ Amoris Laetitia “ .

Identifica, il Santo Padre, uno dei rischi della famiglia nell’individualismo di ciascun membro.

Al posto della rinuncia del sacrificio e dell’impegno  si delinea il raggiungimento della felicità personale.

È un libro questo di Massimo Ammaniti e Paolo Conti molto interessante anche per aspetti sociologici, incentrati sulla famiglia, che vengono trattati in modo comprensibile per il lettore che vorrà prendere o seguire spunti idonei per migliorare il loro arduo compito.

Immagine tratta dal web

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