Massimo Ranieri,  i 70 anni dello ‘scugnizzo napoletano’

di Chiara Farigu

Era solo un ragazzino quando si sentì intimare dal padre ‘smettila di cantare che ci servi a casa’. E lui, Gianni Calone, in arte Massimo Ranieri, quinto di otto figli, iniziò fin da allora a guadagnarsi la pagnotta. Lavoretti umili, strillone di giornali, garzone di una panetteria, fattorino, commesso, barista, per portare in famiglia qualcosa, ma quel consiglio paterno, come si suol dire quando c’è la passione, da un orecchio gli entrò e dall’altro gli uscì.

Nato a Napoli nel rione Pallonetto a Santa Lucia, Massimo compie oggi 70 anni. Il suo debutto avvenne che era ancora uno  ‘scugnizzo’, 13 anni appena. Cantava in un bar quando viene notato da un discografico che gli propone di partire per un tour americano al fianco di Sergio Bruni.

E’ l’ inizio di una carriera sfolgorante che non ha conosciuto scossoni o momenti bui. Perché Massimo non è solo un cantante ma un artista a tutto tondo: cantante, attore, conduttore televisivo, regista teatrale, showman, doppiatore e ballerino. Con oltre quattordici milioni di dischi al suo attivo, è tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi nel mondo.

A 17 anni debutta a Sanremo in coppia con i Giganti col brano Da bambino. Ci torna nel 1969 con Quando l’amore diventa poesia, insieme a Orietta Berti, e nello stesso anno partecipa al Cantagiro con una delle sue canzoni più famose: Rose rosse.

Numerosi i suoi successi canori che hanno fatto da colonna sonora a intere generazioni di giovani: Vent’anni, Erba di casa mia, Se bruciasse la città, Perdere l’amore, brano col quale si aggiudicò la vittoria di Sanremo nel 1988, sono solo alcuni tra i più celebri e ‘sempreverdi’. Così come numerosi, ma perché alimentati dalla stampa e dalle case discografiche di riferimento che li volevano rivali, i ‘duelli’ con Gianni Morandi, altro astro nascente dell’epoca o con Al Bano.

Il teatro, un’altra grande passione, così come il cinema. Indimenticabile protagonista di ‘Barnum’, musical di grande successo dove oltre a recitare, cantare e ballare, Massimo  imparò a camminare sul filo, istruito dagli acrobati del circo di Liana Orfei, o in ‘Metello’ diretto dal grande regista Mauro Bolognini.

A chi gli domanda se preferisca fare l’attore o il cantante, l’artista partenopeo risponde : ”Io cerco di fare l’uomo di spettacolo”. E lui Massimo, nomen omen, anche se d’arte, mai pseudonimo fu così azzeccato, lo ha fatto e continua a farlo alla grande. Emozionandoci sempre, da qualunque palco schermo o studio televisivo.

Auguri Massimo!

*Immagine web

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche