Meglio il passato oppure il presente?

DI FRANCO FRONZOLI

Ogni giorno presente archivia quello passato, e quello futuro, archivierà il presente.

Vivere nel passato è la cosa peggiore che si possa fare, anche perché si perde di vista il presente e del presente tutto ciò che offre in positivo e negativo.

Analizzare il passato confrontandolo con il presente è ben altra cosa, anche se non è facile e comprensibile.

In passato, per esempio, almeno che io ricordi, non avevamo personaggi mummificati, ricchi sfondati, che un giorno sì e quell’altro pure dicevano stupidate.

Se per caso, ma non ci credo, ci fossero stati, non avremmo saputo nemmeno che nome avessero.

Allora non c’era la televisione per fortuna, e certe immagini orripilanti ci venivano risparmiate.

Certo c’erano i Gino Latilla, i Nunzio Gallo, ma erano delle fugaci apparizioni sonore in radio.

Non mi sono mai piaciuti e, verità per verità, mi piacciono più i Maneskin e Jovanotti.

Poi sono arrivati i grandissimi, Franco Battiato, Fabrizio De André, Francesco Guccini, Paolo Conte, ecco questi sono inarrivabili.

La mancanza della tv, era un antidoto anti stress, non perché non succedessero fatti come oggi, ma perché non se ne faceva un cult per gli ascolti, creando situazioni empiriche.

Certo avevamo i gettoni, con la cornetta a telefono, non certo una “ pianola “ con la quale, ci si poteva mettere in contatto con tutto il mondo.

Il ” Ti amo “ , non era virtuale, non avevamo, per fortuna, cuochi , cuoche e chef, che ad ogni piè sospinto ci insegnavano cosa mangiare e come farlo.

Allora bastava un mestolo di legno, della farina, dell’acqua, un poco di sale e come per miracolo, dopo 45 minuti di mescolamento, appariva la polenta.

Per giocare si andava in una piazza, si cercava di arrivare primi al fazzoletto, usato come bandiera, ed il gioco era fatto: bisognava sapere correre.

Adesso, tutto si svolge davanti ad uno schermo, il cervello si intorpidisce e dopo ore di “ smanettamento “ si rileva il risultato.

Una volta ci trovavamo in qualsiasi posto, si parlava, si litigava, si rideva. Oggi, c’è un circuito determinato dalla tecnologia, e tutto avviene davanti ad uno schermo.

Non so se fosse meglio allora oppure adesso, ma, credetemi, allora certe facce, certi ignoranti, certi  finti saccenti, ci venivano risparmiati.

Meglio prima, meglio adesso ?

Interessa poco, perché il passato non si può catapultare nel presente e non sappiano cosa ci riserverà il futuro, sempre che ci sia …

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