Mi guardo

DI ROBERTO DE PONTI

Ho bevuto troppo dolore,
masticando dubbio e cinismo,
sputando parole ringhiate
con violenza,
essere umano
che ben conosce
l’ angoscia dell’ esistere.
L’ innocua bugia di bimbo
illumina come esile fiamma
guizzanti scaglie di luce,
in un crescendo
di contorsioni morali,
intensità di emozioni represse.
Intruso, in voci
trasportate dal vento,
anelo il bacio del conforto,
come ago a ricucire
le ferite dell’ anima,
purificato da acqua
di accettazione.
In sintonia di ritmi
e umori simultanei
m’ illumina il mattino,
in coro di sussurrata preghiera.

 

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