Mi taglio, dunque (non) sono

DI ANTONIO MARTONE

 

I dati sono impressionanti: parlano di migliaia di adolescenti che praticano il cutting! Pare, inoltre, che negli ultimi anni il fenomeno sia aumentato vertiginosamente.
Una spiegazione scientifica sembra essere quella secondo cui tagliarsi in determinate zone del corpo induca produzione di endorfine – gruppo di sostanze elaborate dal cervello, classificabili come neurotrasmettitori.

Tali sostanze sono dotate di proprietà simili a quelle della morfina e dell’oppio.
La spiegazione scientifica però non basta. Sono convinto che la situazione sia più complessa e che comunque meriti un esame più esteso di quello meramente scientifico.

Stiamo ai fatti: i dati che abbiamo sono inequivocabili. Nella loro nettezza dicono che ci sono individui che si procurano deliberatamente dolore. Perché lo fanno? E perché lo fanno all’interno di una società esplicitamente edonistica e volta al godimento facile e immediato quale quella in cui viviamo?

Che cosa dicono i praticanti? Molti di loro affermano che preferiscono il dolore fisico al dolore mentale e fanno in modo che il primo prenda il posto del secondo. Tagliarsi, ma anche bruciarsi con le sigarette (burning), marchiarsi con un laser o un ferro rovente (branding), oltre che grattarsi a sangue, permette di ristabilire un equilibrio e di superare l’angoscia o, almeno, di metterla da parte.

Sono in molti a ritenere questo problema una questione minore. Farsi del male sarebbe un’assoluta idiozia. Procurarsi dei tagli o delle bruciature è segno di patologie mentali piuttosto importanti. Io non sono di questo avviso.

Se la questione riguardasse “solo e semplicemente” dei matti, la questione sarebbe meno rilevante. Essa, invece, a mio parere, ha una portata assai più vasta.
Cerchiamo di chiarire perché.
La prima spiegazione che si può dare del fenomeno, quella che emerge dalla fenomenologia immediata del dato, è che le ferite inflitte al corpo costituiscono un mezzo estremo con cui lottare contro la sofferenza psicologica.

Pare che alcuni individui, subito dopo essersi praticati l’atto che procura dolore, riescano a ritrovare calma e concentrazione – ci sono degli adolescenti che si recano nei bagni delle scuole per tagliarsi in posti nascosti del corpo, al fine di trovare la forza sufficiente per affrontare un’interrogazione.

Per spiegare il fenomeno, inoltre, non si deve trascurare il fatto che tagliarsi implica la percezione diretta del corpo: meglio un dolore fisico che sentirsi vuoti e inutili. Per non parlare poi di coloro che rifiutano la propria identità e s’impegnano a distruggerla, vagheggiandone un’altra che credono più affascinante e comunque più propria perché plasmata secondo i “propri” desideri.

In questo modo, però, si condannano, inconsapevolmente, ad autodistruggere pian piano, insieme alla loro identità, anche ciò che vi è di meglio e di unico in essa – fino a diventare corpi che muoiono vivendo e che vivono morendo.

E infine, c’è ancora un’altra spiegazione. Essa riguarda in modo particolare quegli individui – e non vi è dubbio che molti adolescenti possano essere fra questi – che, procurandosi delle lesioni dolorose, intendono, silenziosamente o clamorosamente, colpevolizzare qualcuno (magari i genitori, la società, gli amici etc. etc.) per una ingiustizia subita o per atteggiamenti di indifferenza.

Insomma, il dolore procurato sarebbe nient’altro che un elemento auto-sacrificale teso a “vittimizzarsi” ai danni del presunto colpevole. In questo modo, si condannerebbe l’autorità “ingiusta” ad assumere su di sé la colpa per la propria sofferenza. Legata a quest’ultima spiegazione quella costituita dalla fame di considerazione sentita da molti giovanissimi.

Essi, attraverso il cutting, ottengono sia lo scopo di aderire ad una “comunità” (bisogno fortissimo nei giovani), sia quello di non apparire trasparenti nei confronti di una società – e prima ancora di una famiglia – fin troppo “distratta”. Segnarsi il corpo rende visibili – è un richiamo muto, la richiesta spesso disperata di una cura altrimenti assente.

 

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