MILITARE DELLA GUARDIA COSTIERA MUORE PER SALVARE UN RAGAZZO CHE AVEVA SFIDATO IL MARE

DI GERARDO D’AMICO

Si chiamava Aurelio Visalli, il sottufficiale della Guardia Costiera morto a Milazzo per salvare un ragazzo che col mare in tempesta aveva deciso assieme agli amici di farsi il bagno.
Aurelio lascia moglie e figli, per fare il suo lavoro.
Aurelio è morto perché dei ragazzi avevano deciso di fregarsene del rischio,del pericolo, del buonsenso, buttandosi in un mare in tempesta: non perché dovevano lavorare a loro volta, o perché costretti da una necessità.
Volevano divertirsi.
Aurelio è morto, e tanti soccorritori in montagna, nelle grotte mettono a rischio la loro vita per salvare quella di gente avventata, strafottente, sicura di potersi permettere qualunque cosa tanto c’è sempre un numero d’emergenza da chiamare, e guai se i soccorsi non arrivano all’istante, loro sono cittadini, hanno i loro diritti diamine.
Elicotteri, squadre di cercatori, mezzi anfibi, motovedette e quant’altro che paghiamo noi, con le nostre tasse, per garantire il divertimento criminale di queste persone: che non pagano niente, almeno per il soccorso alpino, se hanno bisogno del pronto soccorso. Altrimenti se la cavano con un ticket.
Cifre ridicole, rispetto al prezzo pagato da Aurelio Visalli e dalla sua famiglia.
*Immagine tratta da Vistanet.it

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