DI ANNA LISA MINUTILLO
Era il 13Agosto di un anno fa, il sorriso di Nadia si spegneva per sempre.
Una giovane donna, una professionista che non si è mai arresa, che non ha mai voluto vedere la tristezza dipingersi sul volto di chi amava.
Tutta l’Italia ha fatto il tifo per quella giovane iena che ci ha regalato momenti di riflessione con una leggerezza che era solo sua.
Non possiamo dimenticare le tracce di sensibile attenzione, delicatezza, impegno che ha elargito fino all’ultimo a chi ha avuto bisogno di sostegno, cura, sprone per continuare una battaglia che in molti stanno ancora combattendo e vinceranno anche per lei.
Non vogliamo dimenticarti Nadia, donna coraggiosa, tenera ma al tempo stesso determinata e combattiva, perché, anche e soprattutto attraverso te, riscopriamo ogni giorno lo splendore della vita.
Così, la vita ci mette del suo, anche e soprattutto quando decide di smettere.
Così, nel silenzio dei giorni pieni di quella vita che catturi nei sorrisi, che dispensi senza rendertene conto a chi né ha bisogno.
Così, in un giorno qualunque che profuma per molti di mare, che racconta di vacanze tanto attese, quella stessa vita che tanto hai lottato per afferrare, decide di scivolare via.
Resta ciò che hai donato, resta il sorriso del coraggio, l’orgoglio di averci provato.
Resta ciò che rappresenti, la fierezza dello sguardo di chi sa e non perde di vista la speranza.
Resta la danza delle parole intelligenti, la riflessione che ha aiutato molti a capire, la vivacità di chi non si è arresa e che proseguirà negli sguardi di chi grazie a te ha compreso che la vita è altro, che va oltre le maldicenze vergognose, va oltre l’aridità di chi un cuore quasi si vergogna di dare prova di possederlo ancora.
Parole cattive di odiatori seriali che hanno smesso di sognare, che sono morti anni fa, quando tra la bellezza e l’inganno, hanno propeso per la seconda possibilità.
Lo hanno fatto dimenticandosi di essere, di spronare, di comprendere.
Lo hanno fatto a discapito dell’essere “uomini e donne”.
Così, chi ti ha apprezzata cara Nadia ti porterà dentro per sempre, si ricorderà del tuo coraggio, quando, magari intimorita e ferita anche tu, da ciò che stavi vivendo , avresti avuto bisogno di riceverne tu, di sentirti compresa, ascoltata, coccolata.
A volte definiamo le malattie “mostri”, ma i “mostri” poi li abbiamo accanto e non li vediamo, oppure semplicemente decidiamo di lasciare loro una seconda opportunità.
C’è stato chi ha tentato di ucciderti prima che lo facesse il “mostro”, chi lo sta facendo ora scrivendo amenità che non vanno ricordate e tantomeno esaltate.
Non hanno capito e non capiranno mai che tu Nadia, amavi così tanto la vita che hai scelto di andare a viverla oltre, di appropriarti di questo mistero silenzioso, di cibarti di vita sempre, di svelare al tuo cuore quanto amore c’è, quanta gratitudine giungerà a te attraverso quei sorrisi che illumineranno il tuo cammino.
Chi non ha capito non conta nulla, chi ha letto i tuoi silenzi sa, chi si è cibato della tua solarità non smetterà di brillare, chi non ha rivolto domande ha ricevuto risposte, chi non ti ha voluto conoscere, non ti riconoscerà, quando tu invece sorridendo riempirai la vastità del cielo che nulla ha a che vedere con la piccolezza di scatole craniche, vuote da sempre che non si riempiranno neanche mai.
Sempre, e mai, leggermente e senza tristezza, immensamente guerriera di una battaglia comunque vinta che porta il nome del coraggio di chi a muso dolce ha sconfitto l’aridità di sopravvissuti senza sogni, seppellendo con un sorriso la dilagante tristezza di chi, non essendo abituato a vivere non può comprendere neanche il mistero della morte.
Vola alto Nadia e grazie per ciò che continuerai ad essere.
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