Natale di resurrezione

DI ROBERTO DE PONTI

 

 

Abbandono me stesso,
libero dal bisogno di pensare,
il solo desiderio esistere.
In realtà lacerata
da intollerabile
stato di impotenza,
ondeggia il suono
di cornamuse,
a piantare semi
di fratellanza,
talento raro e prezioso.
Nella terra soggiogata
di Giudea,
contemplo l’ intensità
dell’ orrore.
Natività e Resurrezione
legate
da inestricabili sentieri,
di spine avvolti,
d’ amore estremo
contornati.
Davanti al Tuo dolore
tutto il mio essere freme,
in brina invernale
trasformato.
Sei uomo tra belve
Dio tra uomini,
nella fragilità dell’ attimo,
esposta protesta di giustizia
davanti a persiane
che furibonde sbattono.
Già ora Tu sai,
bimbo indifeso,
che non vi sarà
ala di misericordia
a proteggerti,
solo scherno
e sofferenza,
sciolta in aceto.
Già lo sa Tua madre,
che ancora non capisce
ma tremante ti adora,
sentendo gemere la polvere
del tuo sangue intrisa,
esorcizzata da eretici
botti di fine anno.
Nella chiesa, affollata
d’ ipocriti devoti,
avvicinatomi all’ altare
poso un esile, acerbo
stelo di viola
davanti alla tua culla
divenuta Croce,
la malattia del vivere
sciolta dal sacrificio.

 

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