Nella sacca della vita

DI GIOVANNI DE LUCIA

È l’ora di quel metro di spago arrotolato intorno a un cuore di cartone, nel quale sono evaporati tutti i sogni di ragazzo. Lo stringi forte, lo serri tra le dita, come a diventare un tutt’uno con quella corda grezza.

Affidi a quei nodi gli ultimi ricordi, ricordi di strade percorse insieme, di cieli troppo abbracciati al mare, dell’odore del primo caffè e dell’ultimo bicchiere di vino.
Chiudi gli occhi e sei ancora seduto su quella panchina di pietra e salsedine a contare gli alberi delle barche.

Chiudi gli occhi e provi a scrivere quella lettera che mai leggerà.
Non hai più inchiostro nelle vene, le tue dita sono rigide come pennini troppo incrostati.
Ancora cinque minuti per cercare il giusto spazio nella sacca della tua vita, chiedendoti troppe volte ancora se portare nella tua nuova strada quel cuore troppo legato o lasciarlo ai gabbiani del porto.

Ti alzi e ti incammini lungo quella banchina troppo bagnata, scivolosa come è stata la tua vita. Non hai più scarpe, non hai neanche quel maglione troppo largo per starci da solo, ti giri un’ultima volta a cercare un sorriso e sei già onda.
Ciao compagno

Immagine tratta dal web

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