DI ELISABETTA FIORITTI
Nessun segno di violenza
Domenico Carpagnano
#BertoniEditore
Ho terminato ora la lettura dell’ultimo libro di Domenico Carpagnano “Nessun segno di violenza”. Ho ancora gli occhi umidi, perché mai come in questo ultimo suo romanzo avevo ritrovato una carica di umanità così intensa, fatta di disincanto e speranza insieme, dove non si può non avvertire, attraverso il pensiero di Anselmi, commissario di Perugia che ormai abbiamo imparato ad amare e protagonista della storia, anche la forza morale di chi racconta.
Senza fare sconti, con realismo ma al tempo stesso con delicatezza, l’autore descrive le brutture che conducono all’omicidio, addentrandosi in quella giungla paludosa e fetida che esiste, eccome se esiste, non solo nella finzione, ma purtroppo anche nel mondo reale.
Allora è qui che lo scrittore ci regala il suo valore aggiunto. Riuscendo a fare giustizia, nel senso vero del termine.
Astenendosi dai giudizi, anche quelli troppo scontati di un facile perbenismo, ma vedendo in ognuno dei personaggi un punto di fragilità comune a tutti gli esseri umani. Senza mai dimenticare la compassione, ma sempre col desiderio fermo di arrivare fino in fondo.
Per poter infine guardare negli occhi chi ha perso ingiustamente un proprio caro e potergli stringere le mani, dopo che si è fatto tutto quanto umanamente possibile.
Una bella storia, molto realistica, scritta in un modo coinvolgente, tanto da averne terminato la lettura in due soli giorni. Non mi meraviglia che sia stato premiato ancora prima della pubblicazione.
Infine, ho apprezzato molto l’ambientazione e le descrizioni della città di Perugia, nonché la presenza di un personaggio mai dimenticato, il micio Mollica, che vive nel cuore delle pagine e non soltanto.
Complimenti all’autore!
Immagine tratta dal web
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