Ripudio la guerra “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
E mi schiero con tutti coloro che in queste ore terribili, di preoccupazione e tensione crescente, si appellano alla diplomazia, alla ragione, al mantenimento della pace.
Perché non si possono fare sconti alle autocrazie, è vero.
Ma nemmeno schierarsi sul fronte di un atlantismo acritico, che fa finta di non vedere il bellicismo dei suoi alleati, di dimenticare gli errori fatti dalla dissoluzione dell’Urss a oggi.
No alla guerra alle porte d’Europa.
No alla guerra sempre e ovunque.
Fermatevi!
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