Noemia: l’esilio per una poesia

DI DANTE IAGROSSI

Durante gli anni ’50, nelle colonie portoghesi africane, come l’Angola, Capo Verde e il Mozambico, ci fu un considerevole aumento da parte dei coloni, con una minoranza di amministratori e una maggioranza di piccoli commercianti e cittadini comuni in condizioni precarie.

Il lavoro, quasi forzato, per la produzione di caffè, cacao ed estrazione di diamanti, era accompagnato da percosse sulla mani dei manovali neri, con bastoni ed altri oggetti. Inoltre erano comuni anche episodi di razzie di terre.

Questa situazione si protrasse sino al termine della dittatura di Salazar, che portò povertà e arretratezza, cui fece seguito la rivoluzione dei Garofani dell’aprile 1974.

Alcune poetesse, pur non partecipando in modi diretti alla lotta armata per la liberazione, comunque vi contribuirono da un punto di vista culturale e intellettuale.

In particolare Alda Lara, nata nel Sud Angola, Alda Espìrito Santo e Noémia de Sousa. Queste ultime due sia pure integrate nella élite coloniale subìrono ingiustizie razziali, condivise con la grande maggioranza della loro gente.

A causa di una sua poesia, Noémia, giornalista e scrittrice del Monzambico, per la persecuzione da parte della Pida, polizia politica del regime salazarista, fu costretta a lasciare la sua patria per esilio, riparando prima in Portogallo e poi in Francia.

LA NOSTRA VOCE (NOSSA VOZ)
“La nostra voce si è alzata selvaggia e cosciente/ sopra il bianco egoismo degli uomini/ sopra l’indifferenza assassina di tutti./ La nostra voce bagnata dalla rugiada del sertao/ la nostra voce ardente come il sole durante la secca/ la nostra voce tam-tam che chiama/ la nostra voce lancia di Maguiguana/ la nostra voce, Fratello,/ la nostra voce ha trafitto l’atmosfera conformista della città/ e l’ha rivoluzionata/ l’ha spezzata via come un ciclone di consapevolezza./ E ha risvegliato rimorsi dagli occhi gialli di iena/ e fatto venire sudori freddi ai condannati/ e acceso luci di speranza nell’anima buia dei disperati…/ La nostra voce, Fratello,/ la nostra voce tam-tam che chiama./ La nostra voce luna piena nella notte oscura della disperazione/ la nostra voce faro nel mare in tempesta/ la nostra voce che sega le sbarre, le sbarre secolari,/ la nostra voce, Fratello! La nostra voce migliaia,/ la nostra voce milioni di voci gridando “giustizia!” “…
(“sertao”, regione piuttosto arida e incolta, poco abitata
Maguiguana, noto capo militare della lotta contro i Portoghesi)
“Nossa voz” è uno dei 46 poemi che costituiscono la sua produzione letteraria, dal 1948 al 1951, quando collaborava al giornale Brado Africano. Solo nel 2001 fu fatta la pubblicazione completa, col titolo “Sangue Negro”.

Noémia poté fare ritorno in Mozambico, dove era nata nel 1926, soltanto dopo 33 anni di esilio, per poi morire a Cascais, in Portogallo nel dicembre del 2002.

Attraverso i suoi versi coraggiosi e vigorosi, ha denunciato le condizioni miserevoli della sua gente, in vista di una presa di coscienza e di una affermazione sacrosanta della propria identità e libertà, negata dai coloni oppressori.

foto da Pinterest

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità