DI LUCIANA IBI
Siamo così, tre ribelli sopravvissute al tempo e alle regole.
Essere vecchie non ci appartiene. Fuoriuscite dal recinto interpretiamo la Vita senza ascoltare il corpo un po’ arrugginito e, del resto, sappiamo coprirlo molto bene.
Non dicono forse che un volto segnato ha la bellezza di una ricca esperienza?
Ohhh ragazze, la potenza delle nostre libere risate, così contagiose da rendere la pioggia del colore del sole !
Va bè, bando al romanticismo, so che tra voi posso abbandonarmi a fragilità nascoste, se cado nel pozzo delle mie paure come una gatta randagia e bagnata, voi mi raccatate offrendomi il riparo di una realtà meno dura….
NOI E IL MARE
L’invito è arrivato al bar, davanti a tre tazzine di caffè fumante.
” Stefy , Lucy, sarò sola la prima settimana di Giugno che dite di raggiungermi? ”
Subito Stefy risponde :”Grazie , ma per me no, lo sapete che il mare mi immalinconisce, vi rovinerei la vacanza. ”
Trattengo il fiato mentre due paia d’ occhi mi scrutano con un punto di domanda.
” Lasciami riflettere Chiara – rispondo- e, comunque chiedo a casa .”
Per un momento, cado nell’eterna mia indecisione dettata dalla paura che crolli il mondo se non lo sostengo.
Comunque il richiamo è troppo forte , la mente già abbatte ostacoli, anche se mi riservo del tempo per la risposta.
Alcuni giorni spesi per scrutare quel pazzo Uomo che mi vive accanto, preoccupata per la sua sopravvivenza, poi di punto in bianco:” Chiara mi ha invitata a Caorle, come facciamo con l’auto? ”
Lui, serenamente :” Ti accompagno, chissà che i tuoi giorni bui scompaiano. Ti rivoglio frizzante”
Ecco fatto, mi ha sistemata.
Un giorno intero a radunare le cose, un trolley e un borsone, come sempre la scusa è ” sarà freddo, sarà caldo?” Ma tant’è, Chiara mi capisce, è come me, adora giocare con gli indumenti da indossare!
E poi due ore d’auto, il villaggio così verde, la roulotte, praticamente una piccola casa a due passi dalla spiaggia, il cielo specchiato sul mare, nuvole sparse in lontananza…
Un bacio al boyfriend che ha fretta di ritornare a casa, l’abbraccio a Chiara, il mio corpo teso come una corda di violino, le note stridenti nella voce… davvero è così che ho riempito i giorni ?
Sciogliere i nodi sarà faticoso ma, c’è Chiara, la sua fresca risata il suo ” No, non togliere il giubbino, piuttosto prendi le infradito, il mare ci attende ”
Le onde urlano dopo la tempesta e il vento, dispettoso e selvaggio, tra i nostri capelli balla il tango.
Respiro a fondo una boccata d’aria salata, un rigurgito d’ansia mi sale in bocca, un fazzoletto di carta assorbe il mio sputo.
Il Cuore mi bussa in petto e, dal profondo, una Voce che riconosco, lenta sussurra:”Lasciati andare”
Alzo gli occhi, in piedi tra gli scogli, Chiara mi guarda.
La raggiungo. Tra le nubi il sole è una raggera di luce, il mare un inquieto specchio d’argento.
” Che dici , torniamo? Potremmo con calma unire il pranzo alla cena e, se ti va, chiaccherare . ”
La guardo, così rilassata e sicura, l’amica dei giorni bui, l’amica dai mille colori, il suo Cuore così generoso, nell’attesa, così liberamente paziente…
” Si , torniamo – rispondo – ma, prima scatto le foto ”
Liberatoria, una risata mi cancella le lacrime dagli occhi.
Lei, sorridendo beata, si mette in posa…
( continua…)
Immagine tratta da Pixabay
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