DI SILVANA PINTO
La nomofobia è la paura di rimanere senza telefono cellulare.
Il termine nomofobia deriva dall’abbreviazione “no mobile”.
Questa fobia si classifica come una dipendenza patologica del nuovo millennio.
La paura di rimanere fuori dalla rete, senza cellulare, di essere irraggiungibili, che la batteria si possa scaricare. In sostanza la paura di rimanere fuori dal mondo, e sì perché oggi purtroppo per la maggior parte della popolazione il mondo reale è quello virtuale.
Questa paura provoca disturbi che riguardano la sfera emotiva scatenando ansia, preoccupazione, che si può manifestare, nei casi più gravi, con dei veri e propri attacchi di panico ma non solo, con la possibilità di far insorgere altri disturbi patologici.
La persona nomofobia adotta delle strategie di coping quali: portare sempre con sé una batteria portatile (powerbank), avere con sé una scheda di riserva, non percorrere tunnel ma preferire ponti, ma soprattutto un controllo ossessivo del cellulare e del suo funzionamento.
Questa è una fobia ancora in corso di studi e approfondimento ma ahimè purtroppo con una notevole percentuale di prevalenza.
Una riflessione personale mi porta alla consapevolezza di quanti segni arrivino in un mondo dove le paure che, alla mente di ognuno di noi possano risultare esagerate o forse quasi impossibili, siano i sintomi di una patologia sottile ma invasiva che può toccare tutti, visto che appartiamo allo stesso mondo.
Studiando, mi immergo empaticamente in tutto ciò che riguarda la mente, e forse è proprio per questo motivo che nulla più mi sorprende, e anche perché se non mantenessi l’ obiettività sarei un essere giudicante e non senziente.
Sono sempre più convinta di ciò che sto facendo e dei sacrifici che mi portano a continuare il mio percorso di studi, aiutare, seguire chi si trova in situazioni psicologiche che compromettono ogni aspetto della vita, personale, comportamentale, funzionale.
Ma tutto questo si può fare solo in un modo: senza giudicare, perché ripeto nessuno di noi è immune da ciò che può capitare alla nostra mente.
Immagine tratta dal web
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