Non lasciamo sole le donne di Kabul

DI MARIA RONCA

Ripristinare l’ordine

Quanto è distante Kabul?
Eppure in pochi frammenti la situazione é chiara, ripristinare vecchie leggi con dimostrazioni rapide e pubbliche.
Ogni gesto e movimento un possibile motivo per essere sotto una lente d’ingrandimento che pregiudica la sentenza che di lí a poco potresti subire senza appello: la passeggiata non consentita, l’abbigliamento non consono, l’identificazione con metodi ortodossi.
Il dominio su cose e persone per dettagli. Corpi che diventano puri oggetti.
In un attimo si decreta la fine di un’esistenza. Una pozza di sangue ove specchiare l’uomo padrone, spavaldo e tronfio. Il disprezzo per aver osato.
Si imprime la legge con il sangue, donne annullate e sottomesse con la paura addosso, non vivere, sentirsi un cadavere ambulante sul filo del rasoio.
Vent’anni sfumati d’un colpo, cancellati per ripristinare l’ordine.
E il mondo non può assistere ai massacri, la piena é un attimo, diritti sacrosanti pestati a dovere. Mostri assassini armati fino ai denti. Armate le donne alla difesa dell’umanità. L’emancipazione culturale e sociale non sia una concessione, ma una elargizione vera e concreta. Non lasciatele sole ve ne prego.
La poesia urla sotto le vesti, la scrittura invisibile cavalca i confini, la voce muta raggiunge l’anima.

Maria Ronca, Sociologa

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