Non lasciamo soli i giovani

DI FRANCO FRONZOLI

Non abbandoniamo i nostri giovani, non lasciamo che l’indifferenza che ha regnato nella precedente generazione si impossessi di loro.

Il loro futuro è nelle mani di chi sino ad ora, ha agito nel peggiore dei modi, declassificando la scuola, la sanità, i rapporti sociali.

Guai ad ideologizzare le loro menti, cercare di farli entrare nel “ branco “ e lasciarli in mano ad iniqui pastori.

La marcia Perugia – Assisi, deve essere colta come una marcia di speranza che porti verso la pace, quella vera, senza la quale, il futuro sarà grigio, funesto, invivibile.

Stiamo togliendo autonomia di pensiero, indipendenza da falsi profeti, conoscenza dei diritti ma soprattutto doveri.

Li stiamo relegando dietro ad una pericolosa virtualità, senza fornire loro elementi di dissociazione da schermi pericolosi.

La mente dell’uomo deve prevalere sempre e non delegare alla robotica il nostro vivere.

I giovani, oggi, sono confusi, in preda a crisi esistenziali, privi di una autonomia che li renda liberi nelle società e non vincolati alle quattro mura di casa.

Li stiamo spingendo verso paesi diversi, alla ricerca di un lavoro per  realizzare un desiderio legittimo.

Gli stiamo togliendo il senso dell’ “ ambizione “ , della naturalezza, della cultura.

Sono come foglie al vento, senza meta, senza riferimenti, senza esempi, senza una valida guida.

Li abbiamo collocati in studi televisivi, sfruttati dalla “ audience “ , nel penoso mondo dell’ incultura.

Vengono sfruttati a loro insaputa, promettendo notorietà, luci alla ribalta, denaro, potere mediatico.

Sono in una gabbia di leoni inferociti, di persone spinte dalla sete di visibilità, di arricchimento, ai quali  di loro non interessa nulla se non sfruttare la loro voce o la loro abilità nel ballo.

Giovani, ma non solo, catapultati nell’isola che non c’è, adescati come  vermi all’amo.

Disincentivati allo studio, imbottiti di nozionismi deleteri, mandati avanti come “ dilettanti allo sbaraglio “ .

Gli stiamo togliendo le bellezze della natura:  dalla visione di una stupenda alba, a quella di un magnifico tramonto.

Ecco perché, la marcia della pace deve essere uno sprone per cambiare direzione, per migliorare e migliorarci.

Non possiamo essere silenti alle grida di disperazione di milioni e milioni di giovani che segnalano una disattenzione verso i problemi climatici.

Non possiamo occultare la storia presente e passata, li dobbiamo informare, non indottrinare, li dobbiamo aiutare non assistere.

Abbiamo responsabilità che non possono essere delegate, che comprimono la nostra coscienza.

Dobbiamo camminare insieme ai giovani, senza imporre loro una guida,  perché il futuro è il loro, e già glielo abbiamo complicato non poco…

Immagine tratta dal web

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