Non un solo giorno, senza ricordare…

DI RICCARDO ANCILLOTTI

La guerra, la prima volta, me l’ha raccontata mio nonno, che aveva fatto la Prima Guerra Mondiale, in trincea, in prima linea, sul monte Sei Busi. Mi si presento’ come una carneficina di poveri, che nemmeno sapevano perche’ dovessero combattere!

Lui si salvo’ per puro caso. Stavano per fare l’assalto alla baionetta, quando un compagno gli disse: “Non vedi che sei ferito ad una gamba? Ritorna indietro!”.
Era vero! Infatti lui vide che perdeva sangue per una ferita di striscio e subito si rotolo’ fino a valle e raggiunse l’infermeria da campo.
In quell’assalto morirono praticamente tutti.

Ecco, se mio nonno fosse morto quel giorno, io non sarei qui a tediarvi con le mie storie e le mie valutazioni che fanno storcere il naso a molti di voi.
Il mio babbo, invece ha fatto cinque anni di guerra e si e’ ritrovato in Albania l’otto settembre del 1943, quando i tedeschi lo fecero prigioniero e su un vagone bestiame lo portarono in campo di concentramento a Norimberga.

Lì e’ rimasto per ventiquattro mesi!
E’ inutile ricordare quante ne ha passate e ne ha viste in quei mesi, perche’ come diceva lui; “La guerra, non si spiega! Solo chi l’ha vissuta puo’ veramente capirla!…. La guerra deve essere abolita dalla comunità umana. E se questo non avverra’ sara’ lei che abolira’ l’uomo!”.

Ricordo solo che un commilitone che con lui aveva scontato la prigionia, qualche anno fa, dopo la morte del mio babbo sono andato a trovarlo a Mantova e mi disse: “Ti garantisco che non e’ passato un solo giorno della mia vita che non abbia ricordato tuo padre , per almeno un minuto!… Quando si vive un’esperienza del genere, non si cancellano piu’ gli amici che con te l’hanno vissuta!”

La mia mamma, che allora era una bambina, mi ha raccontato tante atrocita’ commesse dai tedeschi e anche dagli alleati al passaggio del fronte. Alcune volte le ho elencate, ma mi sono poi reso conto che non serve a smuovere una sola coscienza, dal pantano disumano dove siamo precipitati, per paura, vigliaccheria e tifoserie peggiori degli ultras del calcio.

Probabilmente confondiamo l’essenziale con il surrogato e questo ci rende pedine al servizio di un potere che non ama “la gente”. Perche’ vorrebbe dire voler capire fino in fondo le cause degli sconvolgimenti odierni. Per questo preferiscono parlare solo di “persone”, anonime, quando non fanno il loro gioco.

Oppure “umanita’” quando hanno bisogno del loro consenso…
Putin, ha un potere personale esagerato, ma il mondo e’ pieno di poteri personali incontrollati e di molti altri che pensano esclusivamente a come controllare il
Mondo

Solo se diventiamo “gente” potremo liberarcene per sempre. Ovvero esseri umani che hanno a cuore le sorti della societa’, come una vera famiglia umana e non una struttura al servizio di pochi con il contributo di tutti!

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