Paolo Palumbo. Storia di un combattente che non vuol darla vinta alla SLA. W la vita, il suo faro e punto di forza

Paolo Palumbo. Storia di un combattente che non vuol darla vinta alla SLA. W la vita, il suo faro e punto di forza

di Chiara Farigu

Lui è Paolo. Ha 24 anni e da sei convive con la ‘bastarda’ o la ‘stronza’, come la chiamano coloro che sono affetti dalla sclerosi laterale amiotrofica, meglio nota come SLA.

La ‘bastarda’ colpisce i motoneuroni, ovvero quei neuroni addetti alla trasmissione degli impulsi del cervello verso i muscoli. Tutti i muscoli che lentamente si atrofizzano rendendo impossibile anche attività semplici come il linguaggio, la deglutizione e la respirazione.

Paolo e l’odissea della SLA.

Paolo vive quest’inferno da sei lunghi anni, nella sua casa a Oristano. La sua è una non-vita ma lui vi è aggrappato con i denti e con le unghie, deciso a cambiare le cose per se stesso e per gli altri. Per tornare alla ‘normalità’, o a qualcosa che le assomiglia.

Detiene un record importante il 24enne oristanese: è il più giovane malato di Sla d’Europa.

Ma questo è ininfluente per un combattente come lui abituato, sostiene, a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno in ogni situazione.

Accanto a lui suo fratello Rosario, gambe e braccia di Paolo. Il suo migliore amico, il confidente. Sempre al suo fianco. Nella quotidianità e nelle battaglie che periodicamente Paolo mette in atto.

Ha un diploma di chef appeso al muro, tante le ricette da sperimentare nel cassetto. Come tanti sono i suoi sogni. La musica, una passione che coltiva da sempre.

Passione che lo aveva spinto a partecipare nel 2020 a Sanremo come ospite d’onore fortemente voluto da Amadeus dopo la sua eliminazione da ‘Sanremo Giovani’. Il messaggio più ficcante e commovente di quell’edizione fu proprio il suo: ‘La mia non è la storia di un ragazzo sfortunato, ma di un ragazzo che non si è arreso. I limiti sono solo dentro di noi. Ricordate che il tempo che abbiamo a disposizione è poco ed è nella mente che ristagnano le disabilità più gravi. Sono un guerriero che lotta ogni giorno, per volare mi bastano gli occhi’, ribadì attraverso il comunicatore verbale che elabora il suo pensiero grazie al movimento degli occhi.

Un messaggio di speranza ai tanti giovani che troppo spesso si arrendono dinanzi alle difficoltà.

Fu commozione allo stato puro in sala. Il pubblico in piedi a rendere omaggio al guerriero che nonostante tutto si ostina a credere nei sogni.

Sono passati altri due anni da allora. Paolo continua la sua battaglia contro la Sla con tutte le sue forze. Poche, pochissime quelle fisiche, incommensurabili quelle dello spirito e della mente.

Chi si imbatte nella sua pagina Facebook non può non provare rispetto e ammirazione per la sua immarcescibile forza di volontà e forte attaccamento alla vita. Eppure anche lui, ha la sua buona dose di odiatori seriali. Che gli augurano di ‘crepare’ quanto prima e perché no con nuove e ancor più crudeli sofferenze.

‘Sono veramente molto stanco, di soffrire, di dover fare dieci volte tanto la fatica per ogni cosa, di stare in un letto, di essere giudicato e odiato per gelosia, gelosia di cosa? Di avere un tubo in gola per vivere? Oppure di essere attaccato ai macchinari h24? Di fare una marea di punture ogni giorno? Oppure di non dormire? E non è nemmeno il 3 % di tutto ciò che ogni giorno devo affrontare, ma nonostante tutto non cerco nessuno e vado avanti per la mia strada, ma la cattiveria non ha mai fine. Sono stanco di dover combattere anche contro la cattiveria. VIVA LA VITA!’, ha risposto Paolo a chi con l’odio cerca di spegnere la sua insopprimibile voglia di assaporarne ogni istante.

Ogni suo post è un inno alla vita. E di gratitudine infinita per quanti,  il fratello e la madre  in primis (lei è la cosa più bella della mia vita, la mia cura universale. Non può guarire il corpo ma ha guarito la mia anima. Ha il potere di rendere leggera anche la peggiore delle giornate’), con la dedizione e l’amore di cui sono capaci  gli rendono più confortevole  quel ‘transito terrestre’ seppur costretto a letto nella sua camera o in quello d’ospedale.

‘LOTTO PER LA VITA! Sapete cosa significa vivere con la consapevolezza che ogni giorno possa essere l’ultimo? Beh, io vivo con questa consapevolezza, e ogni giorno combatto con tutto me stesso, faccio tutto ciò che mi dice il cuore e lotto per i miei sogni e lavoro con tutte le mie energie per portare a termine i miei obiettivi. Così quando mi sto addormentano non ho rimpianti. È dura, ogni giorno più dura. Non è facile ma non mollo. VIVA LA VITA!’

Che dire se non Grazie, guerriero per insegnarci a credere nei sogni e a non mollare MAI!          

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche