Paolo Uccello – Caccia notturna

DI ROBERTO BUSEMBAI

Stamani voglio stupirvi, voglio uscire dai parametri del consueto e tuffarmi con voi nell’arte con un quadro “fantastico” ma non nel senso del bello e particolare ma nel senso vero e proprio della “fantasia”, una rappresentazione che ci conduce in un mondo allegorico e brioso dove le figure (sia umane che animali) paiono quasi in una posa, in una recita, in un unico proposito di esaltare e illuminare i cuori e festeggiare.

Paolo Doni detto Paolo Uccello ( pare che il soprannome gli fosse stato attribuito in quanto era un grandissimo amante degli animali) realizzò questa tavola intorno al 1470, non ne sappiamo il committente e nemmeno per quale occasione, il quadro a prima vista offre una scena cavalleresca quasi apparentemente falsa e non realistica, i colori sfarzosi , le figure dai più svariati atteggiamenti compresi gli animali rendono il tutto un movimento fiabesco. 

Se la osserviamo con molta attenzione noteremo che ogni figura e ogni cosa è tesa verso un ipotetico e infinito luogo, all’orizzonte, che si incunea verso il centro e va perdersi, la lettura anche voluta dalla simbologia, tende a far capire che questa altro non sia che un’allegoria dell’amore e il dipinto potrebbe essere stato un dono matrimoniale e la tavola avere avuto come ipotetico luogo di esposizione altro che un capo letto della camera dei presunti sposi.

Analizzando l’opera “Caccia notturna” per primo ci colpisce l’unicità dei volti dei cacciatori, tutti uguali, con pose diverse, alcuni che pare gridano, ma tutti hanno gli stessi occhi, lo stesso naso e quasi tutti sono di profilo ( e questo rende ancor di più la loro uguaglianza), tutti con vesti sgargianti e rosse tale da rendere il tutto una scena immaginaria e fantastica.

Vi sono poi varie specie di animali come i cani che per intenderne la velocità e il movimento hanno diverso atteggiamento come le gambe tese o la schiena più o meno inarcata, anche essi sono quasi tutti uguali e accentua ancora di più la scena il loro collare dello stesso colore rosso dei padroni.

Ci sono anche i cervi che a prima vista sono similari alle forme dei cani ma osservandoli attentamente si nota la diversità nel gesto, i cani corrono i cervi saltano.
Una particolare attenzione va data ai cavalli, Paolo Uccello amava disegnare e dipingere questi animali, tantissimi sono i suoi disegni preliminari e di studio su questo animale, da non dimenticare quei fantastici cavalli della sua più nota rappresentazione della “Battaglia di San Romano”.

Questi animali si armonizzano alle scene con una tecnica particolare di semplificazione delle forme ma che ne risalta la fisicità.
Ed eccoci al motivo del riferimento della caccia che pur non essendo ben visibile ma di particolare importanza è quella mezza luna che appare in altro quasi centrale nel cielo, un riferimento alla dea romana della caccia ovvero a Diana, una mezzaluna che viene ripetuta anche nelle nelle cinghie dei finimenti delle groppe dei cavalli, Diana protettrice della castità.

Il Maestro fu un accurato studioso della prospettiva, e qui non manca di rilevarlo, basti pensare a una linea orizzontale più bassa del centro e un punto focale nel suo centro per confluirvi poi tutte le immaginarie linee sulle quali si evolvono le esatte proporzioni dei personaggi, dalle figure più grandi in primo piano fino a quelle minute in lontananza tali da creare un’illusione di profondità d’assumere la vastità e l’enormità del bosco.

Gli alberi rappresentati sottolineano e evidenziano questa caratteristica e notare che al di sotto del limite immaginario (la linea orizzontale) Paolo Uccello ha fatto si che nessun ramo fosse presente per non intaccare o disturbare lo scenario principale.

Una tavola davvero impressionante e al tempo stesso rilassante, dove la caccia non è un motivo violenza ma solo un “pretesto” fantastico quasi a divertire gli uomini e gli animali, in questa sua rappresentazione non c’è sangue, lotta, uccisioni…gli uomini e gli animali corrono alla ricerca verso il buio di un eterno sentimento che altri non è che l’amore.

Immagine web: Paolo Uccello – Caccia notturna ( Tempera su tavola, 65x165cm.), Ashmolean Museum – Oxford

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