Paolo Uccello – La battaglia di San Romano

DI ROBERTO BUSEMBAI

 

Ho scelto volutamente questa opera del grande Paolo di Dono (Paolo Uccello), una battaglia, una guerra, ma perché la rappresentazione è molto dissimile da quelle che vediamo in questi giorni, è una guerra tra cavalieri, tra addetti ai “lavori”, tra armi bianche, senza squarci o sangue, senza volti o corpi in primo piano, è una scena sempre di guerra ma …..medievale e forse molto più, se mi concedete un eufemismo, “rispettosa” di quella d’oggi dell’era tecnologica e spaziale.

Paolo Uccello ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca della perfezione prospettica, perchè la riteneva l’elemento basilare per una visione intellettuale, era la prospettiva che legava a se le cose e che dava la misura dello spazio, della vicinanza e lontananza, e in questa battaglia lui la applica in modo notevole e sorprendentemente perfetto.

Ma oltre a questa scientifica funzione Paolo Uccello non seguiva i suoi coetanei rinascimentali, dove la preponderanza pittorica era la rappresentazione naturale delle cose.

Lui viveva della fantasia del contesto aureo prospettico, infatti, come ho accennato all’inizio di questa esposizione, in questa guerra sarebbe risultato naturale rappresentare gole trafitte, orrori e atrocità, mentre osserviamo uno scontro di cavalli e cavalieri.

I primi rappresentati in cromature e forme quasi come pupazzi, come cavalli di una fantomatica giostra, e i cavalieri nelle loro argentee armature, (l’accecante argento che dominava la scena, purtroppo nel tempo si è andato a deteriorare) paiono giocattoli moderni che assumono diverse forme, come avessero arti, corpi e teste snodati.

E’ una guerra senza ferocia e senza crudeltà, assurdo per un concetto di “guerra”, ma Paolo Uccello fondamentalmente non interessava poi tanto il conflitto in se stesso, che è poi quello combattuto tra Firenze e Siena (cui erano alleati Lucca e lo Sforza di Milano) e di cui la vittoria è sempre stata contesa, anche se molti l’attribuiscono a Firenze.

Al Maestro interessava dare forza a quel gioco prospettico dove risaltano i primi piani dei combattenti e dove lo sfondo del luogo di battaglia si allontana piano piano per consentirne l’ampia veduta (siamo nelle colline toscane , nei pressi di Montopoli).

Questa gigantesca opera pittorica ( 182×320 cm) , che attualmente si trova nelle Gallerie degli Uffizi a Firenze non è altro che uno dei tre pannelli che Paolo Uccello dipinse su commissione di Lionardo Bartolini Salimbeni e poi in seguito facenti parte dell’inventario di Lorenzo il Magnifico.

Gli altri due delle stesse dimensioni, che rappresentano la continuazione della battaglia stessa, si trovano una al Louvre di Parigi e l’altra alla National Gallery di Londra.

Una piccola nota per far sorridere , il soprannome Uccello, attribuitogli da quasi sempre fu derivato dalla sua sfrenata passione per i piumati, infatti ne aveva una casa piena e non mancava spesso di comprarne e anche comunque di  rappresentarli pittoricamente.

Umanamente parlando, il Maestro era di spirito nobile e anche permaloso, ma nella sua vita non conobbe mai denaro, al tempo i “dipintori” non erano poi tanto considerati.

Immagine web: Paolo Uccello – Battaglia di San Romano – Gallerie degli Uffizi – Firenze

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