Penne incrociate: tu che amavi sognare

DI GIOVANNI DE LUCIA E ALESSANDRA BUGATTI

Come nasce penne incrociate?

“incrocio di penne” o meglio “penne incrociate” è un esperienza nuova tra anime affini.

La poesia diventa un luogo intimo, dove si riesce a percepire i battiti del cuore, i respiri di coloro che incrociando le penne, condividono pensieri propri e li fondono in un una unica opera.

Scrittori, poeti, uomini e donne, che possono non conoscersi fisicamente e che forse non si incontreranno mai, ma che diventano coesi nelle stanze della poesia.

Molti di noi hanno letto pensieri di amici virtuali dandone una interpretazione spesso veloce se non addirittura superficiale:” bella questa poesia, mi ha colpito, è intensa…e giù like, cuoricini emoticons”.

In penne incrociate la poesia viene respirata con i polmoni dell’autore, se la commozione è vera, la lacrima ha la stessa salinità di quella dell’autore. Si instaura un processo forse alchemico di partecipazione affettiva.

Io incrocio la mia penna con te, senza scudi o corazze, non esistono pregiudizi. Io liberamente incrocio la mia penna con te, perché ti percepisco, e creo un rapporto di solida empatia. Un vero incontro di anime.

Diamo il via a questa rubrica poetica, ed iniziamo questo progetto ideato e realizzato da: Giovanni de Lucia e Anna Lisa Minutillo, un’esclusiva di scrigno di Pandora.

Buon viaggio intimista ed empatico a tutti i nostri lettori!

GIOVANNI DE LUCIA

Mia cara, sai questa notte ho ascoltato i tuoi sogni. Ti ho visto correre scalza tra prati di millefiori, ti ho visto annusare la vita tra i mandorli e i canti di bimba.
Il cielo si specchiava nei tuoi occhi.

Con te ho parlato della donna che saresti diventata, della primavera che ti scorre nelle vene.
Tu bionda come una distesa di grano, dita ferme come spighe a conservare i semi di una dignità antica e di un amore profondo.

Cuore di ragazza, i cui confini sono ricamati da raggi di luna, non temerai la solitudine, sei immune agli uragani della vita. Hai la poesia come spada di luce, come corazza, come calice, con il quale vorrei brindare alla tua felicità.
Abbraccia questo mondo e donagli il tuo sorriso.

Fai della tua vita messe copiosa, nutri i nostri sogni e ferma il nostro tempo

ALESSANDRA BUGATTI

Il cielo si specchiava nei tuoi occhi,
ti faceva da riflesso e luccicava
come ipnotizzato,
evocandone la tua bellezza.

Lui così maestoso e infinito
rendeva omaggio al tuo sguardo celeste.
Tu… creatura dalle mille sfumature,
correvi a perdifiato e sorridevi.
Volevi raggiungere l’età non più fanciullesca
e perderti leggera tra campi di grano,
tastandone la resistenza.

Tu che amavi sognare,
rincorrevi il suono di parole nuove
e il vento, tuo amico, te le raccontava.
Appuntavi nella mente la magia delle stesse,
ed esausta, ma felice,
ti accasciavi tra le spighe.

Il sonno ti possedeva,
e, per un breve istante,
parevi la bella addormentata….
Come se il tempo, si fosse fermato.

Foto da Pinterest

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