DI PAOLA DI GREGORIO
Ci vorrebbe uno scambio di corpi,
per capirci.
Dovremmo svegliarci
e ritrovarci ad avere l’aspetto dell’altro,
per capirci.
Dovrei essere una brava attrice
e riuscire a mettermi nei panni tuoi,
per capirci.
All’improvviso,
io sono te e tu sei me.
Per capirci,
mi sembra di impazzire,
è quasi come morire.
Mi lavo i denti con il tuo spazzolino,
per dare un bacio uso la tua bocca.
I miei piedi sono i tuoi,
mi ritrovo a graffiarmi persino
con i tuoi rasoi.
Per capirci,
dovremmo imparare ad accettarci
e a non giudicarci.
Per capirci,
dovrei pensare di essere
sulla strada giusta,
senza avere però la presunzione
che sia l’unica via possibile.
Per capirci,
dovrei sentire la tua sofferenza
e le tue rinunce nella mia carne.
Dovrei provare
la tua stessa delusione
senza nemmeno parlarne.
Per capirci,
dovrei riuscire a vedere
con gli occhi di un cieco,
camminare con le gambe
di chi non ha mai potuto farlo.
Per capirci,
dovrei chiedermi
più spesso cosa farei
se fossi stata io al tuo posto,
prima di parlare troppo,
prima di pronunciare
un consiglio distratto.
Per capirci,
dovrei combattere
la tua stessa battaglia,
di cui invece non so nulla.
Per capirci,
dovremmo sentirci simili,
come rami di uno stesso albero,
organi di uno stesso corpo.
Dovremmo usare
la lingua dei poeti,
per capirci.
Ora io sono nelle tue membra
e tu sei nelle mie.
Chiudo gli occhi
e non c’è più bisogno di spiegare nulla,
il nostro cuore finalmente pulsa.
Ciò che rende difficile la gestione della relazione di coppia risiede nel fatto che, nel rapporto d’amore con l’altro, si attivano i lati bui e le ferite emotive, che ognuno di noi porta con sé dalla sua infanzia sulla base del vissuto personale e del rapporto avuto con le proprie figure genitoriali.
In quest’ottica, la relazione di intimità con l’altro ci fornisce la straordinaria opportunità di conoscerci, contattando la nostra parte più ferita e vulnerabile di cui, una volta riconosciuta, è necessario prenderci cura per evolvere nella capacità di far fluire l’amore in modo sano, donandolo innanzitutto a noi stessi e poi, di conseguenza, anche agli altri.
Il sentimento dell’empatia diviene fondamentale per permetterci di indossare i panni dell’altro, di percepire le emozioni e le sensazioni così come le sente l’altro, in modo da sviluppare un atteggiamento di compassione e auto-compassione che ci avvicini umanamente e ci liberi dalla critica e dal giudizio, i quali hanno come unico effetto quello di creare una distanza a volte incolmabile.
Non basta una vita per allenarsi all’empatia in modo autentico, in una società in cui gli esseri umani stentano sempre più ad essere veramente umani e gentili gli uni con gli altri.
Immagine tratta dal web
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