Per un futuro probabile

DI MARCO ZUANETTI

“Ogni pensiero scaturisce da tutte le parti, e vi ritorna”.

E’ la perdita della parola dell’uomo saggio, ed è strano pensare che l’essere umano che si rivela anche con la parola, oggi è costretto a tacere, come ultimo segno della sua appartenenza.

E così stendiamo un velo sulle stragi in corso – non quelle del terrorismo in appalto – ma le laicissime stragi dell’Occidente che fa le guerre senza far più prigionieri.
Oscillanti. Tra. Mari. E. Terre.
Come in un sogno. O. In una vivida fiaba.

E nessuno tuttavia si domanda come e perché.

No. Io no ci Sto.

Preferisco mille volte un’ esistenza drammatica, tormentata e torturata dalle più divoranti fiamme interiori, a quelle dell’uomo astratto, dell’uomo estraniato, assillato da questioni non meno astratte, incapaci di immergesi nel reale. (cfr. Fernando Pessoa).

Di questo modo di “essere” disprezzo l’assenza di dissenso, di azione e di passioni ribelli.

Come è, invece, fecondo un pensiero vivo appassionato, il cui la voglia di cambiamento, di lotta continua circola come il sangue nelle vene.

Beneficiamo di terre abitabili, definite da frontiere tracciate sul suolo.
Costretti a vivere fra placche roventi dove gli esseri umani si classificano e dividono per continenti.

Dimenticando che da millenni, gli uomini si mescolano e fluttuano come mari inclassificabili, le cui molecole fanno continuamente il giro del mondo.

Ogni goccia proviene da tutte le acque, e va verso di loro.
Ogni pensiero scaturisce da tutte le parti.
E. Vi. Ritorna.
Abitatori di cattedrali o tende.

L’umanità, nella sua insondabile e abissale voragine, possiede forse un solo e grande compito in questo mondo: riempire di senso l’apparente vuoto che ci circonda. (cfr. EM Cioran).

Siamo proprio noi uomini che ci troviamo di fronte un futuro verso il quale non riusciamo ad avvicinarci con prospettive progettuali efficaci, ossia utili alla conservazione della vita in quanto tale.

E. Così.

Lavorare assieme, dialogare, cooperare e collaborare, è, forse, il patrimonio culturale più universale di questo pianeta.

E. Si pone. Oggi. Come unica alternativa.

Per un futuro probabile, perché in divenire come immaginario possibile.

 

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