Convinti come dovremmo essere che la terza eta’, in una societa’ civile e democratica, e’ una risorsa di esperienza e saggezza insostituibile.
Non ci resta che riconoscere alle nuove generazioni il diritto ad un futuro del quale debbono essere i principali protagonisti.
Stabilito cio’, possiamo pensare proprio adesso, ad un patto generazionale che permetta ai pensionati, ed aspiranti tali, di essere un nuovo motore educativo per i giovani, nella scolarizzazione superiore.
In che modo di puo’ realizzare tale patto?
Inserendo nella didattica, diversi incontri con pensionati, che possano raccontare, come i medesimi sono entrati nel mondo del lavoro e come si e’ evoluta la propria professionalita’.
Ad esempio:
Chi meglio di un elettricista, puo’ spiegare quali sono le peculiarita’ di un lavoro nel campo di quella professione? E quali sono nella pratica le questioni gestionali da affrontare in un mestiere del genere?
Allo stesso modo un imprenditore agricolo, o del commercio, puo’ a sua volta mettete a disposizione, di chi si vuole inserire in quella branca imrenditoriale.
Si badi bene. Non si tratta di entrare nella didattica specifica delle materie, ma deve essere un aiuto a tutto tondo sulle problematiche burocratiche, gestionali e di approccio con il pubblico, che solo chi ha svolto un’attivita’ per decenni, puo’ sviscerare e far comprendere a chi ha necessita’ di sapere.
Certo, e’ una tematica da approfondire, anche tecnicamente, ma renderebbe utili esperienze che spesso non trovano dialogo tra le varie generazioni e che invece sono fondamentali anche per avere una societa’ più solidale !
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