Perché negare l’esistenza del male? Siamo erbaccia e siamo erba

DI GIOVANNA MULAS

Alcune piante ritenute erbacce le constato, una volta in più, di una bellezza e delicatezza disarmanti. Quale si ritiene ‘erbaccia’ e quale erba, e perché?.
Domanda retorica, ovviamente.
Anni fa un Guru mi disse che tutte le creature stanno al mondo con lo stesso diritto, perché debbono starci: una necessaria all’altra. E l’universo, in tutti i suoi Regni, è Cosciente, ossia dotato di una coscienza che è peculiare del suo piano di percezione.
Dobbiamo ricordare, raccontava, “…Noi esseri umani, che anche laddove ci sembra di non percepire segni di coscienza, come ad esempio nelle pietre, non è detto che non vi sia reale assenza di coscienza: la materia morta, o incosciente, non esiste. Così come non c’è legge cieca e incosciente.”.

Ammetto che riflettei a lungo sulle sue parole.
Solo l’uomo col suo essere, concretamente, un nulla di fronte all’Universo, pretende di stabilire cosa è erbaccia e cosa erba, cosa è bello e cosa è brutto; e innalza muri per cercare scioccamente di separarsi persino dagli uomini uguali a lui, per sangue e per diritto, in una terra di tutti che ai nostri figli, e ai figli dei loro figli, dobbiamo lasciare intatta.
Ho conosciuto, del mondo, la più bieca miseria umana, la follia alla quale può arrivare l’uomo, ogni uomo; come pure quegl’immensi atti di coraggio e generosità. Spesso sono stata indifferente o superficiale di fronte alle sofferenze degli altri, ho tenuto risentimento verso i miei amici, a volte sono persino stata crudele con chi mi ha amata più di quanto io ho amato. Peggio ancora, spesso non ho neanche notato la contraddizione tra ciò in cui credevo e il modo in cui mi sono comportata. Non è facile riconoscere che il male esiste ed è in ognuno di noi: farlo richiede molto coraggio, e forse anche una grande compassione per noi stessi.
Credetemi: occorre un lavoro lungo una intera esistenza, per scoprire la gioia che deriva dal vivere la verità, e qualsiasi essa sia: senza maschera, senza inganni. Accettare che siamo soltanto ‘umani’ e terribilmente fallibili, fragili: siamo erbaccia e siamo erba.
Penso sia quando apprendiamo a non difenderci più dal dolore, che non ci tiriamo più indietro per il timore di essere feriti.
Negare l’esistenza del male è altrettanto sbagliato che affermare che esso sia una forza autonoma, distinta dal bene. La verità, se esiste UNA verità, va ricercata tra questi due estremi.

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