Piano vaccinale e #greenpass: urgono chiarimenti necessari per non diffondere il caos

di Emilia Urso Anfuso

Solo l’ignoranza è in grado di generare caos. La conoscenza, invece, lo dissipa. Sul tema del Green Pass, molti cittadini stanno generando caos, rabbia civile e trambusto. Il motivo è proprio legato all’ignoranza, che significa ignorare le motivazioni a monte di una misura simile.

Urge quindi un chiarimento, che vi fornisco subito. In risposta a tutti coloro che in queste ore si sono convinti che il certificato verde sia inutile quanto dannoso rispondo: esso è stato introdotto al fine di poter gestire meglio l’orribile tendenza all’assembramento che, palesemente, alberga nel DNA italico.

Non prendetelo quindi come un’ingiustizia, un orrore incostituzionale, o peggio, un foglio discriminante da paragonare alle leggi razziali imposte durante il ventennio fascista.

Se la popolazione non è in grado di autogestirsi, e fatemelo dichiarare, per molti versi e non solo in virtù della situazione attuale, è vero, allora è necessario gestirla in qualche modo.

Si può semmai opinare sul fatto che la gestione del GP fa acqua da parecchi lati. Prendiamo per esempio il sistema dei controlli per chi viaggia in treno: in molti casi essi sono effettuati a bordo e non prima di salire in carrozza. Questo stimola la popolazione a dubitare della correttezza di questa misura strategica.

Che il governo rifletta meglio su come organizzare le cose a livello territoriale.

Per ciò che riguarda il piano vaccinale, invece, ribadisco una serie di cose che ho più volte divulgato. I farmaci utilizzati per la massiccia campagna vaccinale, sono stati approvati dall’EMA con formula condizionata. L’EMA è, per l’Italia, il corrispettivo della FDA – Food and Drug Administration – che ha l’incarico di certificare i farmaci di nuova generazione immessi sul mercato.

Quando un farmaco è innovativo, al punto da non aver ancora superato tutte le fasi sperimentali sugli esseri umani, ma la situazione è di emergenza sanitaria, questi enti hanno giuridicamente a disposizione uno strumento, quello di poterne approvare la distribuzione, ma con condizione.

Significa che la sperimentazione, già avviata in questo caso circa un anno fa, continua attraverso la campagna vaccinale. Nel frattempo, però, gli enti preposti raccolgono dati su dati, li analizzano, e i ricercatori li usano per valutare rischi e benefici.

Molti si chiedono: “Perché hanno approvato farmaci così innovativi? Ci fanno rischiare la salute come se giocassimo alla roulette russa”? No. La questione non deve essere considerata in questo modo. Quando ci si trova di fronte a una situazione nuova, che aggredisce gli esseri umani e ne mette a rischio la vita, è necessario comunque correre ai ripari.

In questa corsa vi è anche lo sviluppo di farmaci e vaccini, che trovandoci in stato di emergenza non possono passare attraverso tutte le fasi sperimentali, che normalmente prevedono un lasso di tempo medio di 9 anni.

Spiegati questi criteri, avete ora maggiori informazioni per formarvi un’opinione personale più corretta. Se poi volete riflettere sulla gestione della pandemia, sugli errori commessi e che si stanno ancora commettendo, quello è un discorso a parte e avete facoltà di rifletterci sopra.

Ragionate però sul fatto che la gestione di un evento gravissimo non è cosa facile, e che l’Italia è anche abitata da circa 50 milioni di “esperti” di ogni cosa conoscono meno di zero.

Affrontare il tema è lecito e fa parte dei diritti dei cittadini, quelli costituzionalmente riconosciuti dalla nostra Carta. Diffondere il caos basato sull’ignoranza è incostituzionale.

Buona riflessione a tutti. (FONTE: GliScomunicati.it)

#greenpass  #pianovaccinale  #covid19

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