Camminando, in questo parco cittadino, in una bolla esistenziale parallela. Lontani i rumori, solo il cinguettio melodioso degli uccelli, tra i rami. Qualche sportivo corre calpestando le foglie secche, che risuonano, creando una musica metropolitana di sottofondo.
Indossano le cuffie, ascoltano musica, qualcuno parla al telefono. La follia dello stress cittadino non ha pause nei boschi. Io respiro, a pieni polmoni, alzo gli occhi al cielo, come è azzurro, sembra di cristallo, mi cullo nel sinfonico canto degli uccelli.
Mi volano accanto, forse mi scambiano per un abitante del bosco e questo mi sento. Simile alle piante, agli animali, agli ippocastani dalle foglie variegate, che rilasciano sul terreno i loro ricci, colmi di lucide castagne. Il fruscio del vento, l’ombra degli alberi ad attutire il caldo.
Mi accorgo che sto sorridendo, così, senza ragione. Occorre un motivo per sentirsi bene? Non basta il cielo, la frescura delle chiome, i tuoi passi accanto, perfino quel topolino che è sfrecciato via spaventato e che in altri momenti mi avrebbe terrorizzato? È tutto qui quello di cui ho bisogno.
Sorrido, certo che sorrido, cammino, la natura è strepitosa, respiro. In ogni centimetro quadrato vedo l’immensità dell’universo.
È una meraviglia, il sorriso del Creato.
©® Copyright foto di Elisabetta Fioritti
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