Stamattina, stavo percorrendo un lungo sentiero di montagna accompagnato dai miei pensieri, quando mi ha colto la pioggia. Ero solo.
Il centro urbano più vicino si trovava a circa dieci chilometri. Ho trovato un vecchia capanna semidiroccata e lì ho aspettato la riapertura del cielo.
La pioggia in montagna, con vette alte anche 2000 metri, circondate da nuvole scure che cancellano la lontananza, produce in me stati di coscienza che normalmente non frequento nella vita quotidiana.
In quello spazio temporale, il silenzio è totale e di quel silenzio fanno parte anche le gocce di pioggia che s’infrangono sugli alberi, creando un suono capace di legare insieme gli enti naturali ed umani.
Immagino gli abitatori delle valli che scorgo sotto di me dissetati e riappacificati dall’acqua rigeneratrice.
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