Ponte Morandi. Genova non dimentica e chiede giustizia: 4 anni fa il crollo

di Chiara Farigu

C’era una volta il ponte o viadotto Polcevera, meglio noto come ponte Morandi, dal nome dell’ingegnere che lo progettò. Per oltre 60 anni è stato il simbolo di Genova e nodo strategico per il collegamento fra il nord-Italia e il sud della Francia.
Quattro anni fa, esattamente il 14 agosto del 2018, alle ore 11, 36, come un fulmine a ciel sereno, il crollo di uno dei tre piloni che sostenevano il ponte trascinando con sé un tratto di strada lungo circa 200 metri.
Una tragedia immane: 43 le vittime.

Una ferita profonda non solo per Genova ma per l’Italia tutta. Le immagini fecero il giro del mondo. Quel camion che si arrestò un secondo prima di precipitare nel vuoto divenne il simbolo della tragedia tra il prima e il dopo.

Sessanta anni di storia e di storie. Sessanta anni di viaggi di piacere e di lavoro. Sessanta anni di unione, di incontri di vita di milioni di italiani.
Poi il crollo, il dolore, la morte. E oltre 600 gli sfollati. 
La ricerca delle responsabilità, le accuse a chi doveva e non ha fatto i necessari controlli, gli scaricabarile come sempre avviene dinanzi alle tragedie. Le promesse della politica di ricostruire quanto e meglio di prima. Ma soprattutto la determinazione dei genovesi di voltare pagina e guardare al futuro.
Poi il nuovo progetto dell’archistar Renzo Piano e i fondi per la ricostruzione. E nello sfondo la magistratura per appurare responsabilità e responsabili.
Una lunga storia che ha fatto e farà parlare ancora molto a lungo.
Dopo meno di un anno la demolizione di quel che ne restava. In soli sei secondi l’implosione di sessanta anni di storia, ridotti a ventimila metri cubi di detriti. Centinaia i genovesi appostati fin dal mattino per dare l’ultimo addio a quel simbolo che da quel momento non c’era più.
Da adesso comincia il futuro, titolarono i giornali.
Futuro che arrivò quasi in tempi record: dopo due  anni di lavori no-stop, alla presenza di Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato, il 3 agosto del 2020  l’ inaugurazione del nuovo ponte, chiamato  ‘Genova San Giorgio’, che verrà aperto al traffico due giorno dopo, il 5 agosto.

Immagine tratta da ligurianotizie.it

Sono passati quattro lunghi anni da quella tragedia che, come è stato ampiamente appurato da verifiche successive, si sarebbe potuta e dovuta evitare. Quel ponte sarebbe ancora in piedi se chi di dovere avesse provveduto alla giusta manutenzione e al costante monitoraggio della tenuta di bretelle piloni e ciò che necessitava di cure e attenzioni. E  controlli periodici.

Troppi i se e troppe le domande ancora senza risposta in questa tragedia che chiede ed esige giustizia. Perché Genova non dimentica, non può e non vuole dimenticare, ha ribadito oggi il sindaco Bocci durante la cerimonia di commemorazione. Ma soprattutto pretende GIUSTIZIA.

Perché senza sarà la sfiducia farla da padrone.  E la quasi certezza che ancora una volta non si sia imparato nulla o quasi quando si antepone il profitto alla sicurezza.

Una ferita che non si può rimarginare, una sofferenza che non conosce oblio, una solidarietà che non viene meno. Una tragedia che non deve ripetersi mai più. Un dramma per tutta la Repubblica’, è questo il messaggio di solidarietà del Capo dello Stato Mattarella  e del presidente Draghi, ai parenti delle vittime e alla città ligure, oggi stretti nel ricordo dell’immane tragedia ma fermamente determinati a cercare giustizia.

Affinché mai più si debba raccontare ‘c’era una volta’.

*Immagine Liguria Today

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche