Ponte Morandi, per gli investigatori, tutti sapevano che era in cattive condizioni e che bisognava intervenire con lavori di ripristino

Ponte Morandi, pronte le richieste di rinvio a giudizio: gravi accuse per gli indagati

Sono pronte le richieste di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). Sono una decina le posizioni stralciate per nuovi approfondimenti di indagine. A fine aprile la procura aveva chiuso le indagini per 69 indagati, tra ex dirigenti e tecnici di Aspi e Spea (la controllata che si occupava delle manutenzioni), del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche, oltre alle due società. Le accuse vanno dall’omicidio stradale, all’omicidio colposo plurimo, crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Per gli investigatori, tutti sapevano che il Morandi era in cattive condizioni e che bisognava intervenire con lavori di ripristino. Ma secondo l’accusa quei lavori vennero rinviati nel tempo per seguire la logica del massimo profitto con la minima spesa e dare maggiori dividendi ai soci.

L’ACCADUTO-Era il 14 agosto 2018. Alle 11.36 una parte del ponte Morandi che sovrasta Sampierdarena crolla improvvisamente. Piove violentemente sulle strade come anche sul viadotto percorso in quel momento da tanti italiani in partenza per le vacanze. È il giorno in cui il panorama di Genova cambia per sempre. Quarantatré il numero di persone che quel maledetto giorno hanno perso la vita.

da Bluedossier.it

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