di Chiara Farigu
Prepariamoci. E’ in arrivo la grande abbuffata sanremese. Da domani, come ci rammenta lo spot countdown di mamma Rai, avrà inizio la grande kermesse canora, arrivata alla 71esima edizione. E tutti, anche chi giura e spergiura che ‘il festival, io? Ma per favore, non lo guardo da decenni’, una sbirciata finisce per dargliela. Non fosse altro che per parlarne male.
Che piaccia o no, Sanremo è lo specchio della nostra società. A fare da cornice alla musica, l’Italia. C’è davvero tutto, o quasi: la competizione, la leggerezza, l’impegno. Ma anche la rabbia, la provocazione, l’allegria. C’è il bello e il brutto, il buono e il cattivo. Ci siamo noi. Con le nostre contraddizioni. I nostri sentimenti. Le nostre paure.
E’ forse è per questo che Sanremo è sempre Sanremo.
Me li ricordo i Sanremo della mia gioventù. Quelli sì che erano belli. O forse era bella la mia gioventù. O più probabilmente il ricordo di entrambi, chissà. E’ indubbio che su quel palco, un tempo inondato di fiori (ma che fine hanno fatto quei fiori?) sono nati molti dei nostri miti. Celentano, Lucio Battisti, Gigliola Cinquetti, Al Bano, Lucio Dalla, Zucchero, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini e persino Bocelli hanno mosso i primi passi lì, tra il profumo inebriante di mimose ranuncoli e rose e gli applausi (a volte i fischi) di quel pubblico in sala che, a detta degli esperti, dicono essere piuttosto esigente.
Le canzoni erano belle, orecchiabili fin da subito. O almeno così le ricordo io. Quante ne ho cantate a squarciagola! Ora non canto quasi più. E non perché non mi piaccia più farlo. E’ che non mi emoziono più come allora. Quando anche un semplice ritornello riusciva a dare la svolta ad un giornata un po’ così. Cambiano i tempi, cambiano le mode, cambia il modo di vivere la musica.
Ma ad essere cambiati cambiati noi. E con noi anche Sanremo, sempre più show e sempre meno gara. Dove i giochi sembrano già fatti così come le polemiche, preparate a tavolino purché se ne parli.
Eppure, nonostante le critiche, questa kermesse riesce a tenere incollati davanti al teleschermo milioni di telespettatori. Sarà così anche quest’anno, dicono i sondaggisti che azzardano, per questa edizione anomala, senza il pubblico in sala, il botto di ascolti.
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