Preservare il #sonno per star bene in salute

di Cristina Piloto (biologa e nutrizionista)

Uno studio nazionale sulla #salute della donna e di genere, condotto da Elma Research su un campione di 150 uomini e 150 donne tra i 45 e i 65 anni, ha confermato che già dopo i 45 anni, soprattutto nel sesso femminile, insorgono disturbi del sonno, indicatori importanti della salute psichica e fisica di una persona.

Tra le cause più evidenti ci sono stress mentale, traumi, cattiva alimentazione, menopausa e stanchezza fisica.

Addirittura, sembra che il calo del progesterone, nella donna in #menopausa, possa contribuire alla mancanza di sonno, aggiunto al fatto che diminuiscono i livelli di melatonina, ormone fisiologicamente sedativo per eccellenza.

Non dormire o non dormire bene, compromette l’efficienza giornaliera, può predisporre a insorgenza di patologie, abbassare il sistema immunitario e alterare i cicli ormonali. Risulta quindi evidente quanto sia importante salvaguardare questa parte essenziale della nostra esistenza.

Ma non bisogna assolutamente spaventarsi, ci sono persone che continuano ad avere un sonno regolare anche in età avanzata, senza la necessità di prendere farmaci o integratori.

Bisogna considerare forse però che sotto l’insorgenza di un’alterazione importante del ritmo sonno veglia, potrebbe esserci anche, proprio il fatto che nel momento in cui ci addormentiamo, prendono forma pensieri che durante il giorno spesso vengono messi da parte, per svolgere al meglio le faccende “razionali”.

E se il problema fosse in una difficoltà a lasciarsi andare a quel mondo senza coscienza, che ci ricorda che la verità dell’uomo sta in effetti lì?

Su questa base teorica, nello studiare le problematiche legate al sonno, se queste ovviamente non sono circoscritte ad un periodo limitato, e giustificate per esempio da eventi stressanti, impegnativi, che richiedono uno sforzo mentale particolare (anche un esame o un lavoro difficile da affrontare), occorre tenere decisamente da conto eventuali difficoltà, nel prendere rapporto con quel terzo di vita che passiamo dormendo, e con le immagini che ne derivano.

Immagini che rappresentano, non qualcosa di astratto o “divino”, come si pensava un tempo, ma in effetti che sono un tutt’uno con noi stessi.

Shakespeare diceva “siamo fatti della sostanza dei sogni” … non affermando un qualcosa fuori dalla realtà, ma rivelando invece una verità fondamentale: non avere paura di un irrazionale demonizzato o annullato, invece far sì che faccia sempre più parte della nostra vita, perché appunto nucleo centrale della dimensione umana.

E saper capire quando quest’irrazionale si ammala, ha un ruolo determinante, per mettere in atto eventualmente una psicoterapia, (non una mera somministrazione di farmaci, che al massimo può attenuare i sintomi ma non le cause) che miri decisamente alla cura e non al futile sostegno morale, che non ha mai saputo vedere oltre, se non il solo e inevitabile adattamento alla malattia mentale.

#sonno  #salute  #menopausa

 

*Immagine web

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