Psicologo di base: chi è, cosa fa e quali vantaggi per chi vi ricorre

di Maria Teresa Di Maio (psicologa/psicoterapeuta)

Psicologo di base: chi è, cosa fa e quali vantaggi per chi vi ricorre

Alle difficoltà dei due anni di pandemia si affianca anche una crisi bellica che riguarda tutta l’Europa e il mondo intero in questa economia globale.

Diventa sempre più necessario, a causa dell’aumento delle difficoltà e del malessere diffuso, trovare un supporto psicologico per affrontare questo periodo di stress caratterizzato da depressione, ansia, disturbi del sonno, difficoltà relazionali, disturbi alimentari e tentativi di suicidio che sembrano aver preso il sopravvento.

Il numero di persone che avrebbe bisogno di un sostegno psicologico è sempre maggiore, ma sono pochi quelli che possono permetterselo o che sanno come accedervi. A lanciare ulteriormente l’allarmante sul crescente disagio psicologico sono i dati raccolti dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi: in questi anni ben otto persone su dieci hanno sviluppato problemi di malessere psicologico strutturato e due disturbi mentali su dieci in senso stretto e più severi.

Allarme che è stato accolto  dal Parlamento che,  in seguito l’approvazione di un emendamento nel decreto Calabria,  legittima la presenza dello psicologo nelle cure primarie. Una figura pertanto che entra di diritto negli studi dei medici di famiglia.

Alcune regioni si sono attrezzate per rispondere a questi bisogni, come la Campania per esempio, istituendo un servizio di psicologo di base in cui affiancherà il medico di base e/o il pediatra all’interno della Asl.

Il Lazio, ha invece stanziato dei soldi per fornire dei voucher per partecipare alla spesa di un percorso psicologico e sostenere le famiglie in difficoltà.

Ma cosa fa lo psicologo di base? È una figura professionale che offre un primo approccio, un primo contatto, gratuito, ai cittadini, come succede per il medico di famiglia.

Una figura che entra in contatto con il territorio, la cittadinanza, e che permette una prima raccolta dei bisogni degli stessi e una valutazione delle necessità e dei percorsi da poter mettere in campo.

Si tratta di una figura che, in questi termini, potrebbe fare veramente la differenza.

Tutti i dati raccolti nei vari studi di settore hanno evidenziato come sia necessario mettere in campo strategie che abbiano un duplice intento: da una parte, accogliere in anticipo le difficoltà e la sofferenza psicologica delle persone (cioè prima che siano gravi abbastanza da richiedere il ricovero ospedaliero); dall’altra, mettere in campo azioni di informazione e prevenzione.

Sicuramente dobbiamo sperare che tutte le proposte e le iniziative vengano realizzate.

L’approvazione del Bonus psicologo è sicuramente segno dell’attenzione che il Governo sta ponendo al tema della salute mentale, ma non basta perché l’obiettivo “alto” è quello di rinforzare il servizio sanitario pubblico per la salute mentale e non solo per le problematiche fisiche non meno importanti.

Il bonus è un primo segnale.

 

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