QUAL E’ IL PESO DELL’ANIMA?

DI GIOVANNA MULAS

In base agli studi condotti, per anni, su pazienti diversi in fin di vita, il dottor Duncan MacDougall ha calcolato che ventuno grammi equivarrebbero al peso perduto dall’uomo al momento del decesso.
Ventuno grammi è il peso dell’anima?  Rammento quando scoprii per la prima volta la morte. Ero bambina; mi avevano portata a dare l’ultimo saluto alla mia nonna paterna, la prima ‘bruja’ di famiglia, quella guaritrice cieca a cui ero legatissima.
Non ne avevo mai avuto paura, nonostante gli abiti da vedova, le gonne lunghe e pesanti e gli odori acidi di medicinale perpetuamente attorno, sebbene sempre seduta nella sua poltrona con quegli occhi spalancati e bianchi che, in realtà, penetravano il mondo; vedevano oltre esso.
Ma quel giorno, sul suo letto di morte e in mezzo a troppi fiori, non avevo voluto toccarla.
“Dai un bacio alla nonna”, mi avevano intimato gli zii.
“Nonna non c’è più…questa non è mia nonna”, avevo biascicato, lasciando attoniti i presenti.
Quando, nella mia maturità, mancò mio padre, accadde curiosamente la stessa cosa.
Non è lui, ripetevo ai presenti, “Non è più lui…è andato via” tartagliavo,
come la bambina di quarant’anni prima.
Quella volta abbracciai il corpo, ma mossa dalla consapevolezza del trovarmi nell’ultima occasione in cui avrei potuto farlo ‘fisicamente’.
21 grammi, amici miei, per una meravigliosa Natura madre e matrigna secondo la quale rappresentiamo -che schiaffo per certa superbia tipica e solo umana!-dei tramiti per la sua completezza, la sua successione, la sua continuazione.
Ché la Natura vive tramite noi e continua dopo noi, vivrebbe comunque, ché la Natura E’, sempre e comunque, vita, pure quando quei piccolissimi 21 grammi lasciano la propria scatola, o chiamiamolo romanticamente bozzolo, se preferite, che li contiene. Insomma la Natura non ci domanda certo di domandarci Perché siamo Qui e Ora: ci fa, grazie alla casualità (“figlio del caso e della pena”, diceva Sileno) e ci accompagna.
Sempre a noi la scelta, libero arbitrio o fato, oppure fato che condiziona il libero arbitrio,
di fare sì di non aver abitato questo rifugio invano.

Da ‘Riflessioni, Pensieri’, ©GM., 2019

 

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