Qualcosa su mia madre

DI FRANCO FRONZOLI

 

Ho sempre parlato poco di mia madre e molto meno ho scritto e se devo essere sincero, non mi ha mai stimolato alla parola o alla scrittura.

Quello che ricordo di lei è la solita torta farcita di crema, al mio compleanno.

Anche il suo alzarsi alle cinque del mattino, quando, per qualche evento che riteneva speciale , confezionava i “ tortelloni “ .

Erano veramente buoni anche se usava un solo uovo ma curava la qualità della ricotta.

Ricordo anche il suo volto felice quando una volta al mese passava suo fratello, zio Giacomo, per ritirare la pensione.

Mi dava, lo ricordo bene, una di quelle grandi monete da 500 lire, ricardo anche anche le discussioni tra lui e mio padre, prevalentemente sulla politica.

Mio Padre integerrimo democristiano avendo la parola facile, ne usciva sempre alla grande.

Mio zio era socialista.

Per mia madre, la politica, era come una astronave su Marte a caccia di altri esseri viventi.

Non ricordo suoi interessi particolari, nemmeno programmi televisivi o radiofonici, preferiti.

Forse sì, seguiva “ Il mulino sul Po “ , una commedia strappalacrime.

Non era una frequentatrice di chiese lacuna colmata da mio padre sempre presente la domenica o in altre circostanze.

Per mio padre il Rosario era giornaliero.

Mia madre non era una conversatrice, anche se si intratteneva spesso con le vicine di casa.

Era bellissima, una bellezza particolare, con lineamenti perfetti ed un sorriso accattivante.

Come si unirono in matrimonio non me lo spiego nemmeno oggi, sicuramente erano belli entrambi.

Mio padre aveva il fascino delle persone intelligenti, non un latin lover, ma sicuramente un affabulatore.

Aveva il magnetismo nella parola.

Mia madre, da quanto raccontatomi , era una “ discola “ a cui piacevano gli scherzi ; colpiva sicuramente per la sua bellezza.

Poche parole, ma sapeva essere pungente.

Non l’ho mai e dico mai, vista piangere, nemmeno nei momenti più difficili, veramente difficili.

Era una donna dalla memoria da elefante ; non dimenticava mai una offesa subita.

Il perdono non rientrava nella sua mentalità.

A suo modo era affettuosa, poco conciliante, non faceva trasparire emozioni, detestava i “ complimenti banali ed ossequiosi “ .

Amava i fiori, che curava, soprattutto le rose ; il nostro giardino era un monumento alla bellezza.

Anche l’orto che curava mio padre, era allineato e coperto, forse o senza forse in eccesso.

Mia madre era un’altra donna quando si incontrava con le sorelle ; allegra, spensierata, ironica, felice.

Io le osservavo con curiosità accorgendomi che parlavano delle stesse cose, stessi racconti, stesse vicende di gioventù.

Il faro della loro vita è sempre stata mia nonna Margherita, una figura importante, ottima cuoca, con un volto dolce, un sorriso elegante, una pazienza infinita.

Mia madre,  come ho già detto era restia ai complimenti ; se a scuola prendevo 4 oppure 10,  il suo volto era lo stesso, imperturbabile, con la stessa espressione.

Parsimoniosa all’eccesso, metteva da parte i soldi senza dire niente a nessuno ; spuntavano solo quando vi era una necessità e non si volevano fare debiti.

Devo dire, che mi curava, mi vestiva bene anche se tornare a casa con qualche “ macchia “  sugli abiti, era un problema.

Avrei potuto edulcorare questo mio scritto, aggiungere colore e sapore, dare sfumature differenti, ma non avrei detto la verità.

Ho comunque vissuto in una famiglia premurosa, che non mi ha mai fatto mancare niente.

Ho omesso qualcosa, che mi tengo dentro, perché gioie e dolori, devono essere custoditi al meglio, in una cassaforte indistruttibile.

Questa era mia madre.

Questo mio scritto è il primo e nemmeno i miei figli conoscevano quanto narrato.

Lo leggeranno.

Voglio ricordare che una madre è la cosa più bella che si possa avere, sempre, ed a prescindere da tutto…

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