Quale tipo di umanità sta emergendo?

DI ANTONIO MARTONE

Influenzata in larga parte dalla rapida evoluzione della tecnologia e dalla frenetica routine della vita quotidiana, la società contemporanea appare sempre più caratterizzata da una diffusa distrazione e da capacità di attenzione frammentata. Gli individui sono costantemente immersi in un flusso incessante di informazioni provenienti da dispositivi mobili, social media e altre fonti digitali. Il costante bombardamento di stimoli rende difficile mantenere una concentrazione prolungata su un singolo compito o anche soltanto su un’idea.

La tecnologia, pur migliorando la nostra capacità di connetterci e di accedere a una vasta quantità di conoscenze, ha introdotto nuove sfide capaci di minacciare perfino il benessere mentale. Le notifiche costanti, l’accesso istantaneo alla comunicazione e la possibilità di navigare rapidamente tra diverse attività determinano importanti difficoltà nel relazionarsi con qualcosa o con qualcuno.

Parallelamente, le necessità degli impegni di lavoro, spesso caratterizzati da ritmi frenetici e multitasking, incoraggiano l’abitudine di saltare rapidamente da una cosa all’altra senza approfondire nulla in modo significativo. Questo fenomeno non è solo limitato all’ambito lavorativo ma si estende anche alla cultura del consumo di media, dove brevi video, titoli accattivanti e immagini visivamente stimolanti competono per attirare la nostra attenzione in modo fugace.

Si tratta di una svolta antropologica capace di caratterizzare un’epoca totalmente nuova: sul piano della soggettività, sul piano antropologico e, ovviamente, su quello politico. Quale tipo di umanità (o forse di post-umanità) sta emergendo?

Immagine tratta da Pixabay

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