Quando a non accorgersi di noi è proprio chi sostiene di volerci bene

DI FRANCO FRONZOLI

Quante volte ci sentiamo incompresi nonostante gli sforzi fatti per essere capiti.

Persone assenti nella nostra presenza, sordi alle nostre parole,
anche distratti quando cerchiamo attenzione.

Ma c’è di peggio , ed il peggio si chiama “ esclusione “ , senza che si sappia il perché, si viene esclusi.

Esclusione ed emarginazione due sinonimi che fanno male, molto più di quanto si possa pensare.

È come trovarsi isolati in una conversazione, soli in mezzo a tante persone, una foglia che cade da sola da un albero.

Non sono mai stato  escluso, per mia fortuna, oppure se accaduto, non mi sono reso conto, quindi, non devo aver perso granché. Ho ricevuto comprensione, inclusione, solidarietà nei momenti difficili.

Ricordo invece con dolore, quanto accaduto ad un mio amico in passato:  veniva trattato come un “ reietto “ , scartato, allontanato,non considerato.

Quel ragazzo era un collega giovanissimo come lo ero io, chiuso in un mutismo mai compreso.

Aveva forte nostalgia della sua terra, la Calabria, ma  accusava anche tanta solitudine interiore.

Ho cercato di donargli la mia amicizia, la mia comprensione, la mia considerazione.

Riuscii ad aprire una finestrella nel suo cuore, anche se la porta rimase sempre ermeticamente chiusa.

Lo guardavo mentre suonava la “ sveglia “ , lento, come se volesse raggiungere i servizi quando non c’era nessuno.

Lo avvicinavo quando potevo e me lo consentiva, ma era refrattario ad altre presenze.

Il dolore traspariva dai suoi occhi tristi , che forse  non sapevano spiegarsi  il perché, si sentisse così.

Ho tentato più volte di sapere quel “ perché “ ; tentativi vani, sempre naufragati nel suo silenzio.

Non si adattava alla vita militare.

Notavo solo che nessuno lo veniva mai a trovare, solo anche negli affetti.

Le sue condizioni psichiche e psicologiche, lo hanno portato ad essere escluso, ed ad essere rimandato a casa.

A volte ci troviamo affianco ad una persona fragile, che chiede aiuto, ma non facciamo niente.

Non facciamo niente anche per paura di condividere quella solitudine, quei problemi insiti in quel volto.

Lasciamo solo coloro a cui sarebbero sufficienti due parole, una stretta di mano, un sorriso, per risollevare quel morale in difficoltà, spesso ci nascondiamo nel nostro egoismo.

La cosa più distruttiva, più letale, più corrosiva, è l’ indifferenza, essere indifferenti difronte a chi soffre, non ci fa onore e non ci permette di pensare che potremmo ritrovarci anche noi a vivere momenti complicati ed aver bisogno di sentirci circondati di attenzione, non esclusi.

A volte, questo accade anche  nel perimetro della nostra sfera affettiva, e questa  è la cosa più grave, quando a non accorgersi di noi, è proprio chi sostiene di volerci bene…

Immagine tratta dal web

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