Quando il tempo aveva un sapore diverso

DI FRANCO FRONZOLI

Solo chi allora aveva sedici anni o più o meno può ricordare la bellezza del jukebox che alcuni chiamavano flipper.

Bastava digitare una lettera ed un numero per ascoltare i New Trolls, Giganti, Nomadi, Guccini, Shapiro, Paoli, Gaber, Battiato, Gaetano.

Le loro canzoni erano l’incipit del ballo, e si ballava dove lo spazio lo consentiva: dalla strada ad un ballatoio oppure in una piazzola.

Il ballo non era a “ distanza “ , c’era allora il ballo della “ mattonella “ , più vicini possibile con tutte le conseguenze intuibili.

Era la stagione di un’altra gioventù quella fatta di abiti normali non firmati, senza oro al collo, con scarpe resistenti e quando il tempo lo consentiva, anche senza scarpe ai piedi.

Non c’erano gli apericena,  per  ascoltare qualche canzone bastavano cento lire, la domenica, quando andava bene, si mangiava una bistecca.

L’acqua era fresca e sorgiva, niente bottiglie di plastica, niente leggermente frizzante o frizzante e tantomeno naturale.

Le fontane erano in ogni dove, non esisteva la scritta ” non potabile “ , i treni sbuffavano annunciando l’arrivo, erano pigri con sedili di legno stagionato.

Non esistevano gli zainetti colorati e firmati, c’erano le cartelle, i quaderni a righe e quadretti, libri foderati con carta, e penne stilo.

I maestri erano d.o.c. , anche severi ma preparati, pazienti che sapevano contemperare l’insegnamento con l’educazione.

Era la generazione del rispetto, dell’ amicizia, dell’ innamoramento lento, del bacio sulla guancia.

Vissuti attaccati alla radio, per seguire le manifestazioni sportive, poi arrivò la televisione in bianco e nero dove c’erano grandi personaggi come: Arbore, Luttazzi, Vianello, Bernacca, Boncompagni, Carrà, Febo Conti.

Signorine buonasera del livello di Orsomando, Perissi, Cannuli, Cercato, Vaudetti, Farinon.

Giornalisti del calibro di Andrea Barbato, Riccardo Paladini, Mario Pastore, Marco Raviart, Enzo Biagi.

Una tv elegante, colta, seguita da milioni e milioni di telespettatori: c’erano le tv da sala non avendo in molti le possibilità economiche per acquistarla.

La politica era presente, ma non invadente, non egemone, non impositiva.

La tv di oggi è diversa, completamente diversa, subisce molto l’ influenza dei vari partiti  politici che si susseguono e spesso, viene utilizzata a loro piacimento.

I tempi andati avranno anche avuto le loro pecche, per carità, ma chissà perché paiono, guardati oggi, più liberi e spensierati, di ciò che viviamo oggi…

 

Immagine tratta dal web

 

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