Quante stanze ha questo cuore?

DI GIOVANNI DE LUCIA

 

È tempo di rassettare le stanze del cuore. Lucidare i sogni e non per mostrarli alle finestre della vita. Non ho mai cercato ammirazione o clamore, cerco solo il silenzio delle viole conservate tra le righe di un’esistenza spesso scritta con sbavature d’inchiostro azzurro, per le lacrime di gioia versate ogni volta che mi perdevo nei tuoi occhi.

Oggi sono troppo asciutti, la polvere degli anni è su queste rughe, quasi solchi di aratro che non sentono più il canto dei merli, che non vedono più germinare i semi. Lucidare i sogni di un tempo per riporli in una scatola di madreperla con ancora il profumo del mare.

Ti dono quel che resta di me, custodiscilo come il ricordo del primo bacio, come il calore del primo abbraccio. Ma quante stanze ha questo cuore? Tante quante sono le notti che ti ho desiderata. Allora che stupido che sono, non riuscirò mai a pulirle tutte o forse non voglio affatto pulirle.

Sono esistito solo per incontrare te e per scrivere questi righi troppo pieni di sbavature, troppo pieni di polvere, ma quale polvere è più magica di quella delle stelle? Il mio cielo non ha rughe, il mio cielo è ora dentro una scatola di madreperla, un carillon la cui carica può essere data solo dai tuoi sorrisi.

Aprila piano ogni volta che ti sentirai come una piccola viola e vedrai danzare i sogni della mia vita.

Immagine tratta dal web

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