Quanto ci manca il suono della campanella

DI FRANCO FRONZOLI

La campanella delle scuole è stata sospesa. Come uno studente che ne ha combinata una delle sue.

Si è addormentata per colpa di un virus, lasciandosi sostituire da un computer, da un tablet, da uno smartphone.

Il nuovo venuto, ti offre uno schermo, un amico lontano.

È ibrido.

Non sai se si accende, se si interrompe.

La campanella no.

Puntuale suona e le porte delle aule si aprono. Si sente il vociare, il correre, lo spingere, il rumore dello strisciare dei banchi.

Rumore di fogli girati,  di libri aperti, di bigliettini passati, copiati,
timori di sguardi della maestra.

Sguardi adolescenziali, rumori di fondo, di finestre spalancate, aria che cambia, sole che entra, pioggia che batte.

Attesa di una interrogazione,  con il cuore che batte, maestri indulgenti ,maestri severi.

Compito in classe, compiti a casa, attesa del suono della campanella.

Fine giornata.

Corse su strade,  salita sui pullman ; mamme, papà, nonni in attesa.

Questa è la scuola voluta e vissuta, strette di mano, abbracci e saluti, senza uno schermo che fa da confine tra il reale ed il virtuale.

Auguri
studenti!

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