Quanto dicono i silenzi…

DI GRAZIELLA DE CHIARA

 

Quanti silenzi interrompono i frastuoni, nel viaggio che comprime le emozioni e lascia a danzare l’anima.
Flettono ogni angolo, dal soffitto al più stipato piano e in quei punti fissi di divisioni e spazi, si incastrano in forme astratte a coprire i vuoti.
Questo silenzio, che brucia come lava vulcanica e che rimprovera ogni moto lasciando evaporare le paure nascoste, è un martirio che non vuol finire.
Quanto odioso è, questo tacere ostinato a far forza che forza non è!
Quanto odiosa è quella nebbia agli occhi che avanza sulle ali del vento e imbroglia ogni cosa, a crear confusioni infastidendo pure l’aria.
C’è vento sulle piume di un angelo stanco, c’è vento fra i capelli soffiati alle spalle, c’è vento sulle mani che scorrono dannate fra le parole a riempire come puzzle i quattro punti cardinali del cuore.
Ecco, i silenzi sono tutto un rifugiarsi continuo:
i pensieri stanchi appaiono fiori strappati al gambo della terra; le paure spesso, come stelle offuscate dalla luce; la rabbia e il suo scontro con le onde agli scogli e un pò di malinconia velata fra le nuvole, che gonfie, lasciano piangere cieli. . .
Questi silenzi giocano nelle forme e fatti strani incompiuti realmente.
Ma quanto aiutano questi silenzi, quanto sono incarnati nell’essenza delle mosse umane?
Li vediamo apparire d’un tratto, in un movimento involontario, negli occhi che scoppiano e nel cuore quando stringono le parole…
Li sentiamo sulla pelle, li annusiamo sulla valle, sulle spalle pesanti d’una giornata interminabile e scura e sui nodi fra i capelli, dove scorrono le dita, quando a mani vuote, non si può sos/tare.

 

Anche nei colori nascono silenzi pieni di parole (penne acquarellabili su cartoncino ) di Graziella de Chiara

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