DI FRANCO FRONZOLI
Quando guardo questa foto che mi ritrae da bambino, penso alla velocità del tempo, ai momenti di vita che non riesco a ricordare alla perfezione.
Eppure adesso che mi accingo a compiere 77 anni, ricordo i passi più importanti, anch’essi nascosti in un passato fulmineo, un frenetico passare del tempo un cavalcare generazioni, che si disperdono anch’essi all’interno della clessidra della vita.
Appunto la vita, che non sappiamo valutarne la bellezza, i passaggi dalla adolescenza in poi, di cui abbiamo disperso parte dei ricordi.
Nella mente rimangono impressi molto di più i momenti di dolore e tristezza, che quelli di gioia e di felicità.
Eppure posso ritenermi fortunato, nonostante tutto, anche perché i miei insegnanti di vita sono stati di livello alto.
Mio padre su tutti.
Quel bambino biondo e consentitemi, anche molto bello, passava del tempo anche sulle spalle dei due fratelli, questo è un ricordo indelebile.
E tra i ricordi leggermente appannati, ci sono degli scorci che si sono riflessi sulla mia personalità; sono quel che sono perché sono stato. Una frase criptica, per dire che in fin dei conti tra passato e presente c’è sempre una connessione.
Dovremmo riflettere molto di più sul valore della vita, che sia piena di gioie oppure di dolori.
Ognuno di noi percorre la strada che ci è stata assegnata, ed il tempo ne caratterizza l’evolversi degli avvenimenti.
Stiamo dissolvendo i valori che in una società stabile, sono indispensabili. La famiglia si sta disgregando, la moralità è sempre più precaria, l’odio avanza con passi dell’oca di un funesto passato, l’onestà intellettuale naviga in mari molto agitati; prevalgono sempre più gli influssi negativi e basta accendere un notiziario per rendersene conto.
Non rimpiango nulla, nemmeno i momenti più belli, nemmeno le emozioni che mi sono state donate.
Ho passato anche recentemente un lungo periodo di sofferenza, con una forza che non mi sarei mai aspettato, perché sono stato abituato a non arrendermi mai, nemmeno davanti al dolore più pungente.
Quel bambino biondo, ha avuto la fortuna di crescere con saldi principi, ha conosciuto posti stupendi, ha apprezzato nel migliore dei modi la vita, ha affrontato le difficoltà senza piangersi addosso.
Quel bambino biondo, è diventato “diversamente giovane” , ma non ha perso la voglia di conoscere, imparare, scrutare nelle pieghe delle albe e dei tramonti.
Tutto corre, il tempo, la vita, corrono le emozioni; una fuga in avanti che delinea il fatto che in fin dei conti siamo meteore, sospiri e respiri, che siamo tutto ma anche niente.
Impariamo a sorseggiare la nostra vita come se ci trovassimo in mano un calice di buon vino, non disperdiamo l’aroma, il colore, il gusto.
Non facciamolo appassire, mai e poi mai.
©® Copyright foto di Franco Fronzòli
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