Alle sette e trenta del mattino
il treno mi aspettava
puntuale col fischio rituale
Libri sottobraccio sciarpa e
cappellino perché faceva freddo
l’inverno a Molino
Seduto su quel legno le mani
a riscaldare
guardavo un paesaggio che era
sempre uguale
Venti minuti il tempo per arrivare
dove c’era la scuola e si doveva
studiare
Non c’erano messaggi né telefonini
solo biglietti scritti passati sotto i
tavolini
Quindici minuti di ricreazione un poco
di focaccia o panino farcito di
prosciutto
oppure
mortadella
Libri sfogliati appena e quaderni
scritti con pensieri vaghi
spesso
abbandonati
Poi il treno del ritorno che era
sempre uguale a quello del
mattino
in ogni
particolare
Immagine tratta dal web
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