Quella meravigliosa notte di Natale

DI MARIALUISA VILLA

C’era una volta una bimba. Aveva circa  sei anni, era piccola e graziosa, con gli occhi scuri e i capelli ramati, tagliati con una frangetta, biricchina come lei. La bambina viveva con i genitori in un grande palazzo di una grande città.

Era la sera che precedeva il Natale e la frenesia delle feste era quasi palpabile. Tutti, nelle strade, si dirigevano velocemente verso le proprie abitazioni, dopo le corse nei negozi per gli ultimi acquisti, e nelle vie era un susseguirsi di luci e canzoncine sulla natività, mentre omoni vestiti di rosso e bianco, con barbe candide e occhialetti tondi, agitavano una campanella urlando a squarciagola “buon Natale a tutti!”.

In casa della bimba, nella camera dei ragazzi, troneggiava il tradizionale abete, adornato con palline colorate e grandi cioccolatini che la mamma aveva appeso ai rami cucendo ai loro involucri luccicanti del grosso filo di cotone. Non c’era Natale senza i cioccolatini della mamma appesi all’albero.

Mancava poco alla cena; la mamma si affacendava ai fornelli, mentre il padre si accingeva ad aprire i vari barattoli di conserve preparati durante l’estate e l’autunno: verdure prelibate, concentrato di pomodoro, funghi sott’olio, pesche sciroppate…tutte le fragranze cominciarono ad inondare la tavola apparecchiata per la cena della vigilia, e si confondevano con i profumi provenienti dai tegami sul fuoco.

In quell’atmosfera gioiosa, ad un tratto il fratello più grande chiese alla sorellina di accompagnarlo in cantina. Voleva scegliere il vino adatto a festeggiare quella serata.
Scesero giù, con tutta calma. Le cantine si trovavano nei sotterranei del palazzo ed erano un labirinto di corridoi, in quanto lo stabile era davvero molto grande.

Giunti a destinazione, scelsero la bottiglia più indicata, a loro parere, per la serata, attardandosi un po’. La bimba era felice e orgogliosa che il suo “fratellone” chiedesse il suo parere per un’occasione così importante e scherzarono sul fatto che nella sua decisione aveva un peso determinante il colore e la decorazione sull’etichetta. Poi, discorrendo e ridendo, tornarono su in casa.

Furono tutti pronti a sedersi a tavola, quando il papà si domandò ad alta voce: “Chissà a che ora passerà Gesù Bambino questa notte? Di certo ha tanto lavoro da fare!” e poi, rivolto alla figlioletta, mentre prendeva posto sulla sedia:” Pensa se fosse già passato e non ce ne fossimo accorti!” aggiunse ridendo. “vai un po’ a controllare, non si sa mai…” suggerì con aria poco convinta.

La bimba, un po’ dubbiosa sul fatto che il Bambin Gesù le avesse già fatto visita, si diresse verso la porta chiusa della camera, spinse sulla maniglia, aprì e…nel buio della stanza solo l’albero brillava di mille luci colorate e intermittenti, illuminando tutti i pacchetti sottostanti…

Con un gridolino festoso la bimba esclamò “È PASSATO! È PASSATO!!!” guardando ora l’albero, ora i genitori, già seduti a tavola.
Il padre, continuando sapientemente la sua recita, la guardò con aria canzonatoria, dicendole :”Ma figurati, mi stai prendendo in giro…” La bimba pestò caparbiamente un piedino a terra, ribadendo: ” Vi dico che è passato! Venite a vedere!”

La famiglia la raggiunse e, accendendo la luce, tutti quanti finsero uno stupore plateale. Entrando nella stanza guardarono i doni sotto l’albero, mentre la piccola saltellava con gioia incontenibile. Ad un tratto, il papà esclamò:” Ehi, guardate! La finestra!”. Tutti si voltarono verso la grande vetrata della finestra che occupava una parete intera della camera: l’anta era semi aperta, come se qualcuno, uscendo velocemente, avesse dimenticato di chiuderla.

“Di certo,” aggiunse il padre, ” nella fretta delle consegne, Gesù Bambino ha dimenticato di chiuderla andandosene…” La bimba allora corse alla finestra, guardò fuori, in alto, nel cielo sereno e stellato di quella fredda notte di dicembre, nella speranza di vedere, nel buio, il Bambino che volava nel blu, a portare i doni a tutti i bimbi del mondo. Ma non vide nulla, solo l’oscurità della notte.

Allora il suo papà la raggiunse, vagò con lo sguardo in un lontananza, e affermò: “Deve essere già lontano, con tutto il da fare che ha questa notte… viaggerà a cavallo di una stella, sicuramente…” Poi chiuse bene la finestra e insieme raggiunsero il resto della famiglia e iniziarono ad aprire i pacchetti, anche se la mezzanotte non era ancora giunta.

Ma Gesù Bambino aveva anticipato, e quindi si poteva festeggiare il Santo Natale!
Fuori dominava la notte buia e fredda, ma dentro quella stanza la luce e il calore dell’amore regnavano sovrani incontrastati e scaldavano i cuori.
Quel Natale passò, e molti altri ne seguirono.

Ma nel cuore di quella bimba, diventata donna, restò sempre il ricordo indelebile di quella notte magica e fatata, quando Gesù Bambino scordo’ la finestra aperta della sua camera, prima di sfrecciare nella notte, a cavallo di una stella.

Immagine tratta dal web

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